Biciclette e i dazi per la Cina
I dazi Antidumping UE a Cina e importatori nel “libro nero” sono visti come una necessità per tutelare il valore dell’industria nazionale. Per ANCMA, l’Associazione nazionale dei produttori di cicli: “Misura contro concorrenza sleale a settore d’eccellenza in Italia”. Il mercato delle bici occupa più di 14mila addetti e vale oltre 1,2 miliardi di euro.
Spesso, tra discussioni amichevoli e chiacchierate, torna in ballo la questione della concorrenza ai mercati dell’industria italiana. Concorrenza magari forte, e a volte sleale. Per bassi costi produttivi, lavoratori sottopagati e/o non a norma, tassazioni eluse e via dicendo.
Il richiamo all’utilizzo di manovre di contrasto, come l’applicazione di dazi, è abbastanza naturale in queste discussioni. Una sorta di protezione economica e del “Made in Italy” a cui molti pensano, e a volte eseguita.
Difesa economica e del Made in Italy
E’ appunto il caso del settore delle biciclette, e dei dazi antidumping UE applicati nei confronti della Cina e di altri produttori rientrati nel “libro nero” dei concorrenti di mercato. L’ANCMA, l’Associazione nazionale dei produttori di cicli, si è dimostrata estremamente entusiasta dei provvedimenti.
“È il risultato di un lavoro serrato e corale condotto dalla nostra associazione insieme ad altre importati realtà associative nazionali ed europee”. Questo per tutelare il valore di un settore che solo in Italia occupa più di 14mila addetti in circa 250 imprese e realizza un fatturato di oltre 1,2 miliardi di euro.
In una nota appena diffusa da Confindustria ANCMA, viene commentata l’approvazione del Regolamento europeo. Questi istituisce un dazio antidumping definitivo sulle importazioni di biciclette originarie della Repubblica popolare cinese esteso alle importazioni di biciclette spedite dall’Indonesia, dalla Malaysia, dallo Sri Lanka, dalla Tunisia, dalla Cambogia, dal Pakistan e dalle Filippine. Nulla importa che siano o meno dichiarate originarie di tali paesi.
Il commissario dell’associazione, Giannetto Marchettini, ha sottolineato che “il beneficio della concorrenza sul mercato è un valore fino a quando resta leale. Questo limite è stato superato ed è giusto condurre queste battaglie. Una presa di posizione che riguarda gli aspetti economici, ma anche la tutela dell’eccellenza e della riconoscibilità del “saper fare” italiano fatto di capacità, bellezza, innovazione e know-how uniche”.
IL MERCATO DELLE BICI
Nell’era della sharing economy, con il fenomeno del bikesharing, le bici in condivisione, in forte crescita, il mercato interno delle biciclette continua a tenere. Secondo i dati sarebbero 1.595.000 le biciclette vendute nel 2018, su una produzione di oltre 2.445.000 di pezzi.
Il segno meno coinvolge sopratutto la bicicletta tradizionale (-7,6%), mentre continuano a crescere in maniera significativa le E-Bike. Infatti le bici a pedalata assistita, dopo l’incremento a doppia cifra dell’anno scorso, fanno segnare ancora un +16,8%, con 173.000 pezzi venduti.
Grazie all’introduzione dei dazi antidumping Ue sulla concorrenza sleale delle biciclette elettriche provenienti dalla Cina, la produzione interna vola a 102.000 unità, il 290% in più rispetto al 2017. Situazione che si riflette anche sull’export delle bici a pedalata assistita, che nel 2018 è valso 42 milioni di euro, più 300% sull’anno precedente. Le esportazioni complessive (bici tradizionali ed E-Bike), nonostante un calo nei volumi (da 1.556.000 nel 2017 a 1.363.000) si attestano invece su 183 milioni di euro.
MotorAge.it – Redazione