GP Ungheria: Hamilton soffre ma ipoteca il titolo
Vittoria in rimonta per Lewis Hamilton nel GP di Ungheria che ha tutta l’aria di essere una sentenza. Il britannico nel finale beffa Verstappen e aumenta il suo vantaggio nel Mondiale F1, ora a 62 punti sul compagno di team Bottas. Il sesto titolo iridato è soltanto una questione matematica. Terzo Vettel, davanti all’altro ferrarista Leclerc.
Se serviva qualcosa d’altro per suggellare un titolo che arriverà con tutta probabilità, è arrivato nel GP di Ungheria, che vede il trionfo di Lewis Hamilton davanti a un altrettanto fantastico Max Verstappen. Una vittoria sofferta, ottenuta di forza, contro un avversario in grado di dargli del filo da torcere, come mai gli era capitato in stagione.
E le Ferrari? Lontanissime dai due rivali, ma comunque a podio. Con Sebastian Vettel che nel finale supera il compagno di team Charles Leclerc. Qualche altro zuccherino, sempre in attesa della prima vittoria stagionale.
Sulla carta la prossima gara, il 1° settembre a Spa-Francorchamps (dove un anno fa arrivò l’ultima vittoria di Vettel), rappresenta una chance concreta. Se lo augurano a Maranello per non vedersi trasformare una stagione da deludente a fallimentare.
In questo momento infatti non soltanto le Mercedes, ma anche le Red Bull sono più avanti rispetto alla scuderia del Cavallino.
Max contro Lewis: duello con vista mercato
All’Hungaroring di Budapest si assiste allo scontro tra presente e futuro. Ovvero tra l’attuale campione del mondo, sempre più vicino al suo sesto Mondiale, e colui (Verstappen) che nel 2021 potrebbe sostituirlo alla guida della Mercedes, quando scadrà il contratto del Re Nero con il team tedesco.
Se così sarà, non è utopistico pensare a un futuro verso lidi iridati per l’olandese della Red Bull. Sempre che la stessa non si attrezzi ancora meglio per promettere di puntare direttamente al titolo.
Ma al momento Hamilton ribadisce che il pilota da battere, il migliore, è ancora lui. Come dimostrano i 62 punti di vantaggio sul compagno di team Valtteri Bottas, teoricamente il primo inseguitore.
Forse più di altre volte la strategia ha fatto la differenza. Quella che, a 20 giri dalla fine, ha convinto tecnici e meccanici della casa della Stella a richiamare Hamilton ai box per la seconda sosta. Obiettivo, montare le gomme gialle per dare corpo ai propositi di rimonta su un Verstappen saldamente al comando ma che a lungo andare avrebbe patito il degrado delle gomme.
L’intuizione è stata giusta, perché a quattro tornate dal termine il britannico supera il figlio d’arte dopo aver martellato giri veloci, da qualifica.
La vittoria avrebbe permesso a Verstappen di alimentare la flebile speranza per il titolo. Hamilton ha preferito stroncare sul nascere qualsiasi velleità.
Ma per Max i segnali sono tutti positivi: l’anno prossimo, con qualche aggiustamento e una vettura più competitiva, non è azzardato pensare che possa anche lottare per il titolo.
La Ferrari si limita al compitino
La Ferrari, come detto, limita i danni in un week-end, come prevedibile, in salita. Per la Rossa una gara senza infamia e senza tante lodi, condotta tra il terzo e il quarto posto.
Senza mai rischiare di perdere il podio, ma al tempo stesso senza mai insidiare chi gli stava davanti. A questo ha contribuito anche il contatto al via che ha messo fuori gioco Bottas, sulla carta avversario assai temibile.
Il finlandese, che scattava alle spalle del poleman Verstappen, si è ritrovato con l’ala danneggiata, toccato prima da Hamilton e poi da Leclerc. In un colpo solo il pilota della Mercedes si è ritrovato in fondo alla griglia, compromettendo i suoi sogni di gloria.
Non può essere questo il livello a cui possono aspirare a Maranello. Ragion per cui, conferme dei due piloti a parte, serviranno cambiamenti anche dietro le quinte. Il tempo delle promesse è ormai terminato.
Un azzardo che paga
Quando scatta il semaforo verde, la griglia è così ridisegnata: Verstappen al comando, quindi Hamilton, Leclerc e Vettel.
La gara vive sul duello tra Max e Lewis e vive un suo primo momento cruciale al giro numero 40, quando l’olandese resiste all’attacco del Re Nero e lo rispedisce a 2” di distacco.
Tutto lascia presagire che le gerarchie rimangano inalterate, tale è la differenza di passo tra i due piloti.
La svolta, invece, arriva nove tornate dopo, quando Hamilton a sorpresa rientra ai box. A spingere per il cosiddetto piano B è proprio il pilota.
Subito accontentato da gomme nuove di zecca. In pista Verstappen può contare su 20” di margine da gestire da qui fino alla fine, con una sosta sola.
L’azzardo paga perché Hamilton macina giri sotto 1”9 e ricuce progressivamente lo strappo. A quattro giri dal traguardo il sorpasso diventa realtà.
Agli altri restano solo le briciole
A quel punto Verstappen rientra per il pit-stop con l’intento di guadagnare il punticino extra per il giro più veloce. Lo ottiene come giusto premio di consolazione di giornata.
L’ultimo sussulto in pista quando, a due tornate dalla conclusione, Vettel supera Leclerc e… si prende il podio.
Alle loro spalle completano la top 10, nell’ordine, Sainz (McLaren), 5°, Gasly (Red Bull), 6°, Raikkonen (Alfa Romeo), 7°, Bottas, 8°, Norris (McLaren) 9°, e Albon (Toro Rosso), 10°.
MotorAge.it – Andrea Sicuro