A causa della crisi politica di questi giorni si parla già di rincari del carburante. Il Codacons spiega come non solo il costo di di benzina, Diesel, GPL e metano ma tutto l’indotto legato alle automobili subirebbe pesanti conseguenze con l’aumento dell’Iva.
Nonostante “il pieno” sia meno caro del solito in questo periodo e i prezzi medi della benzina siano inferiori a quelli dello scorso anno, il pericolo di caduta del Governo di cui si parla in questi giorni ha riportato in auge la possibilità di un aumento dell’IVA entro la fine dell’anno.
Se questa ipotesi diventasse realtà comporterebbe un incremento dei costi di numerosi prodotti di uso comune. Così, per colpa delle cosiddette clausole di salvaguardia, conseguenti a una mancata approvazione della legge di Bilancio, anche il mondo delle automobili verrebbe colpito dal rincaro dei prezzi.
Le clausole di salvaguardia
Quando il Governo non realizza le misure necessarie a ridurre le spese pubbliche devono aumentare le entrate economiche per migliorare la salute dei conti pubblici. Questo meccanismo è chiamato clausola di salvaguardia. Trattandosi di obiettivi finanziari che non possono essere raggiunti a causa di crisi politiche, le clausole vanno a far salire il gettito fiscale. In sintesi, più tasse per i cittadini.
Per questi motivi, dal gennaio 2020 potrebbe aumentare l’Iva dal 22 al 25,2 %. Di conseguenza anche le accise sul carburante, per un valore totale di circa 400 milioni di euro.
L’alternativa è che il Governo trovi 23,1 miliardi di euro entro il 31 dicembre 2019 e 28,8 miliardi entro il 31 dicembre 2021. Ma sopratutto dovrebbe evitare la propria caduta per evitare di influenzare negativamente la stabilità economica italiana.
I carburanti e l’auto valgono l’11% del PIL italiano
Il Codacons, ha spiegato che un aumento dell’IVA comporterebbe certamente un incremento anche delle accise sul carburante. E questo provocherebbe di conseguenza anche aumenti sui prezzi di listino delle automobili. E non pochi euro.
Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha spiegato: “Le clausole di salvaguardia non prevedono solo il ritocco delle aliquote ordinaria dal 22 al 25,2% e ridotta dal 10 al 13% nel 2020, ma stabiliscono che l’Iva debba aumentare anche nel 2021, raggiungendo quota 26,5%. I rincari dei listini in caso di ritocco dell’Iva toccheranno ogni aspetto della nostra vita”.
Per fare un esempio, i prezzi d’acquisto di un’auto di media cilindrata passerà dagli attuali 16.700 euro a 17.400 euro mentre per un SUV di alta gamma il costo diventa orientativamente 63.250 euro invece dei 61.000 euro attuali. Aumenti che si aggiungeranno al rialzo dei costi di gestione delle autovetture.
Senza tener conto del fatto che gli italiani pagano ancora troppe imposte sui carburanti. Tra accise ed IVA, attualmente si raggiunge il 63,78% per la benzina ed il 59,78% per il gasolio per auto. Eppure nel contratto di Governo era scritto: “Intendiamo eliminare le componenti anacronistiche delle accise sulla benzina”.