A quattro anni dal Dieselgate, una serie di test hanno evidenziato un trend in calo delle emissioni inquinanti dei veicoli a gasolio.
Quattro anni dallo scoppio del Dieselgate, uno degli scandali più eclatanti nella storia dei motori. Ma, a conti fatti, si può dire che la lezione in parte sia servita.
Tanto è passato dalla denuncia da parte dell’Agenzia americana per la protezione ambientale al gruppo Volkswagen.
L’accusa è stata di quelle infamanti: aver ingannato i clienti, vendendo auto che emettevano più ossido di azoto (NOx) di quanto dichiarato. E al contempo aver aggirato le normative ambientali sulle emissioni dei diesel.
A quattro anni di distanza un pool di organizzazioni di consumatori riunite sotto la sigla Euroconsumers ha effettuato dei test sulle emissioni di inquinanti e CO2 delle auto.
C’è da dire che se lo scandalo ha portato alla luce l’inadeguatezza dei controlli da parte delle case automobilistiche, da allora le normative si sono fatte più rigide in materia.
Sono intanto cambiati gli standard di omologazione con l’entrata in vigore, nel settembre 2017, del sistema di rilevamento di consumi ed emissioni Wltp.
Inoltre è da poco attivo lo standard Euro 6D Temp che non solo fissa limiti di emissioni, ma rende anche più stringente ed efficace il modo in cui queste emissioni sono misurate. E i risultati, alla riprova dei fatti, iniziano a vedersi.
Uno scandalo dal quale non si è ancora usciti del tutto
Ma facciamo un passo indietro ricordando quanto accaduto nel 2015 e tutto quello che ne è conseguito dal Dieselgate.
Class action e richieste di risarcimento in Europa e negli Stati Uniti e contenziosi ancora aperti, tra gli altri, in Italia, Germania, Belgio, Portogallo e Spagna.
Ma la parola fine non è stata ancora scritta. Proprio Euroconsumers, in occasione del quarto anniversario di questa vicenda, ha chiesto al gruppo Volkswagen di voltare definitivamente pagina e mettere la parola fine allo scandalo delle emissioni, riconoscendo ai clienti il risarcimento che gli spetta.
Un appello esteso anche alle istituzioni attraverso una lettera aperta a Ursula Von der Leyen.
Nella missiva al neo eletto presidente della Commissione europea di convincere la casa tedesca ad andare incontro alle legittime richieste dei suoi clienti. Staremo a vedere come andrà a finire.
Una situazione ribaltata: il diesel conviene più dell’auto a benzina
Diverso il discorso per quanto riguarda le emissioni inquinanti. I test sono stati condotti in tre diversi step. Per primo il controllo del ciclo di omologazione su rulli (Wltp) previsto dai test europei.
A seguire il controllo del ciclo “autostradale” per rilevare emissioni e consumi delle auto ad alte velocità.
Infine per chi ha superato le prove precedenti, test su strada Rde (Real driving emissions), eseguito installando sulla vettura in marcia un’apparecchiatura che misura le emissioni lungo un tragitto predefinito, stabilito dalla regolamentazione europea.
Da quanto si evince dai test condotti, sembrano infatti essere diminuite molto proprio per consentire alle vetture alimentate a gasolio di superare le più stringenti prove di omologazione.
Da quanto spiegano dall’associazione, «Oggi un buon motore diesel inquina meno di un equivalente a benzina.
Le vetture ibride sono risultate migliori soltanto se usate in città mentre sui percorsi extraurbani inquinano quanto un’auto a benzina visto che l’apporto del motore elettrico diventa trascurabile».
Nei test sono state prese in considerazione anche le auto elettriche, le cui emissioni sono pari allo zero.
Ovviamente si è cercato di fare riferimento all’inquinamento legato alla produzione dell’elettricità che le alimenta, se arriva da combustibili fossili.
«Nel nostro Paese la produzione di elettricità è frutto di un mix energetico di fonti rinnovabili e fossili. – così si conclude l’analisi – Le migliori vetture elettriche comportano emissioni di CO2 al di sotto dei 50 g/km, inferiori a quelle delle vetture tradizionali».
Insomma, buone notizie sul versante della lotta alle emissioni inquinanti dopo il Dieselgate ma ancora c’è molta strada da fare.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro