Ecobonus: volano le vendite di auto elettriche
Il muro delle mille vendite di auto elettriche è stato sfondato in primavera ed estate. Un trend in crescita favorito dagli Ecobonus, introdotti dalla manovra. Nel 2030 si prevede che ce ne siano 7 milioni in circolazione.
Un traguardo storico, senza ombra di dubbio. Ma lo è ancora di più se si pensa che questo è stato successivamente replicato. Ci si aspettava di vedere gli effetti degli Ecobonus, introdotti dalla Legge di bilancio 2019.
Per la prima volta in Italia, ad aprile, è stata superata la soglia delle mille auto elettriche pure (BEV: Battery Electric Vehicle) immatricolate in un mese.
Questo risultato si è ripetuto a maggio e giugno. Una scossa è stata data indubbiamente dagli Ecobonus, gli incentivi all’acquisto, entrati in vigore con la manovra.
Questo ha fatto salire a circa 6mila le auto elettriche “pure” vendute nei primi sette mesi del 2019, un migliaio in più rispetto a tutto il 2018, per una crescita del 113% sullo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel 2018 sono state 9.579 le auto elettriche immatricolate (5.010 pure e 4.569 ibride), appena lo 0,5% del totale (due milioni).
Sono alcuni dei risultati emersi dalla terza edizione dello Smart Mobility Report, redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.
La cornice è stata quella di That’s Mobility, l’evento dedicato alla mobilità elettrica che si svolge al Mico, il centro congressi di Fiera Milano.
Un trend in costante crescita
L’analisi ha riguardato i principali trend che stanno ridisegnando il mondo della mobilità verso la smart mobility, dall’elettrificazione alla condivisione.
«Uno scenario incoraggiante nonostante i numeri delle auto elettriche in Italia risultino ancora piccoli se comparati al mercato interno totale dei veicoli o all’andamento della mobilità elettrica nei principali paesi europei, dove rappresentiamo il 2,5% -. ha commentato Vittorio Chiesa, direttore dell’E&S Group – Tuttavia, è ormai chiaro a tutti che non stiamo più parlando di una nicchia, ma di una componente fondamentale dei trasporti del futuro. Ottimi segnali sono l’ampliamento dell’offerta di modelli di auto, oggi più di 60 (+260% rispetto al 2015) tra puri e ibridi plug-in – continua Chiesa – così come lo sforzo degli operatori della ricarica, che ha permesso di raggiungere gli 8.200 punti di ricarica ad accesso pubblico installati oggi in Italia».
In tutto il mondo, nel 2018, sono stati immatricolati 2,1 milioni di veicoli elettrici, sia “full electric” (70% del totale) che ibridi plug-in. Il trend è in crescita sul 2017 (+78%) e ci si aspetta venga confermato nel 2019, quando si dovrebbero superare i tre milioni.
Ecobonus: più si spende, meno si spende. Ma non per tutti è così
Gli incentivi all’acquisto sembrano quindi rappresentare un fattore nella scelta del veicolo elettrico. E questi generano alla lunga una convenienza per lo stesso cliente.
Secondo quanto emerge dal rapporto, dove esiste solo quello nazionale, s’impiegano circa cinque anni per “pareggiare” il costo di un’auto a benzina, con un risparmio di 7mila euro su 10 anni.
Dove invece c’è anche un incentivo regionale di 3.500 euro cumulabile con l’Ecobonus, il “pareggio” arriva già dopo due anni.
Addirittura dopo un anno soltanto se il contributo è di 6mila euro, come nel caso della Provincia autonoma di Trento, dove in dieci anni il risparmio raggiunge i 12mila euro.
Dunque, il detto “più si spende, meno si spende” non è soltanto un gioco da parole ma una verità assodata. Ma non per tutti è così.
Stando a un sondaggio, la principale barriera all’acquisto, per il 72% dei rispondenti, è risultata quella economica.
Meno rilevanti sembrano essere l’inadeguatezza della rete di ricarica (39%) e l’autonomia limitata (28%).
L’auto elettrica compagna dei viaggi più lunghi
Interessante la disamina relativa a chi invece già possiede un’auto.
Quasi tutti dichiarano di utilizzarla soltanto per tragitti “brevi” (non oltre i 100 km).
Più del 40% la usa invece per viaggi più lunghi (il 32,5% con cadenza settimanale e il 10% quotidiana).
Oltre i due terzi del campione ha la possibilità di ricaricare il veicolo a casa.
Mentre il restante 30% si divide tra chi può farlo al lavoro (29%) e chi deve affidarsi alla ricarica pubblica (10%).
Tuttavia, oltre l’80% degli utenti usa l’infrastruttura pubblica, e soltanto il 14% pensa che la rete non sia adeguata, contro l’oltre 60% di un anno fa.
Il bike sharing la fa da padrone
Un interessante fenomeno emergente riguarda lo “sharing”, la condivisione di bici, automobili e scooter.
A fine 2018 il parco circolante complessivo ammontava a 44.500 unità, in leggera flessione rispetto al 2017.
A farla da padrone il bike sharing, con 35.800 unità, in calo di quasi il 10% dopo l’exploit registrato tra il 2016 e il 2017 (+150%).
Il car sharing invece è un settore in crescita (6.500, +6,5%), mentre lo scooter sharing ha un’incidenza minore (2.200) ma in fortissima crescita, +340%.
Il Nord fa da traino
Il processo di diffusione della mobilità elettrica pare dunque irreversibile. E gli Ecobonus non hanno fatto che accentuarlo.
Nel mondo, alla fine del 2018, c’erano 540mila punti di ricarica pubblici (+25% sul 2017), di cui 140mila “fast charge”, con potenza superiore a 22 kW.
Ad oggi, nel nostro Paese ne sono presenti quasi 8.200 tra pubblici (3.500, in rialzo del 23% sul 2017) e privati ad accesso pubblico, il 20% circa di tipo “fast charge.
Tra le regioni, la Lombardia è l’unica che supera i mille punti di ricarica, seguita da Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia (oltre 500).
Il Nord Italia detiene il 51% delle installazioni e il 53% di quelle “fast charge”. Circa il 70% si trova in ambito urbano, su strada o in parcheggi pubblici.
Il futuro parla sempre più elettrico
La mappatura dei veicoli elettrici plug-in disponibili in Italia ha permesso di identificare 62 modelli, con una leggera prevalenza di PHEV (34, il 55% del totale) rispetto ai BEV (28, 45%).
Il trend è comunque in crescita se si pensa che nel 2030 saranno in circolazione Da 2,5 a 7 milioni di veicoli elettrici.
Mentre per quanto riguarda le previsioni di sviluppo di un’infrastruttura di ricarica, pubblica o a uso pubblico, le previsioni sono diverse.
Al 2030 si va da un minimo di 34mila a un massimo di 73mila punti di ricarica. Il numero di quelli privati attesi varia da 1,7 a 6,3 milioni.
Si è provato infine a stimare il volume di mercato che può essere generato in Italia.
Tre sono le ipotesi prevalenti, tra gli addetti ai lavori. Al 2025 si va dai “soli” 17,5 ai 52 miliardi di euro.
La differenza si fa ancora più accentuata al 2030: da 76,4 a 214 miliardi.
Redazione MotorAge-it – Andrea Sicuro