GP Italia: le gare più significative
Domenica 8 settembre ritorna l’appuntamento con il GP d’Italia, a Monza, la tappa più attesa in casa Ferrari. Alonso l’ultimo a imporsi per la Rossa nel 2010. Vettel, che qui vinse la sua prima gara nel 2008, può spezzare il tabù. Intanto riviviamo i momenti più significativi nella storia di questa corsa che non sarà mai come tutte le altre.
Ribattezzata come la corsa di casa Ferrari, ma da dieci anni è diventata tabù. Tanto è passato dall’ultima vittoria del Cavallino a Monza, nel GP d’Italia, firmata da Fernando Alonso, nel settembre 2010.
Un successo che ha alimentato l’utopia di riportare a Maranello il titolo mondiale. Prospettiva naufragata miseramente due mesi più tardi ad Abu Dhabi, quando Sebastian Vettel strappò dalle mani dello spagnolo una corona che sembrava già sua.
L’autodromo brianzolo copre gran parte della storia di questa corsa che in novanta edizioni (compresa quella che si disputerà domenica 8 settembre) soltanto cinque volte si è svolta altrove (Montichiari nel 1921, Livorno nel ’37, Milano nel ’47, Torino nel ’48 e a Imola nel ’80).
Il Gran premio non si disputò, nel ’29 e nel ’30, a seguito del terribile incidente che vide coinvolto Emilio Materassi nel 1928. Nel tentativo di sorpassare Giulio Foresti, la sua Talbot Daaracq 700 sbandò e urtò un muretto laterale piombando sugli spettatori alla velocità di 200 km/h.
Nell’impatto morirono 22 persone e ne rimasero feriti più di 40. Fu uno shock tale per cui la corsa non si disputò nei due anni successivi e riprese nel 1931. La Seconda guerra mondiale causò un’interruzione dal 1939 al 1946.
Andiamo dunque a fare una breve carrellata dei GP più significativi attraverso le gesta dei piloti che hanno contribuito a fare la storia di questa corsa.
Hamilton: un altro successo per entrare nella leggenda
A dettare legge nel GP d’Italia è la Ferrari, vincitrice in 18 occasioni. Alle sue spalle la McLaren con dieci successi e la Mercedes con sette (di cui gli ultimi cinque consecutivi).
Il sesto sigillo per le Frecce argentate potrebbe arrivare da Lewis Hamilton che, imponendosi ancora una volta a Monza, staccherebbe Michael Schumacher nella classifica dei piloti più vincenti all’autodromo. Il Re Nero e Schumi comandano infatti con cinque vittorie, davanti a Nelson Piquet con quattro.
Volti noti e meno noti
Se andiamo a voltarci più indietro, scopriamo che il primo pilota a trionfare all’autodromo di Monza fu Pietro Bordino, a bordo della Fiat, nel ’22. Mentre la prima edizione in assoluto del GP d’Italia (che, come detto, si disputò a Montichiari nel ’21) fu vinta dal francese Jules Goux con la Ballot.
Tuttavia soltanto dal 1950 i Gran premi d’Italia sono validi per il Mondiale F1. In quell’anno a vincere fu un nostro connazionale, Nino Farina, sull’Alfa Romeo. A seguire la doppietta di Alberto Ascari, nel ’51 e nel ’52, prima della tripletta firmata dal cinque volte campione del mondo Juan Manuel Fangio (Maserati ’53, Mercedes Benz ’54 e ’55).
Dopo otto anni di digiuno, la Ferrari tornò a vincere a Monza con l’americano Phil Hill nel ’60 e ’61, prima che un altro Hill, l’inglese Graham, portasse la BRM al successo l’anno dopo.
Il figlio di quest’ultimo, Damon Hill, è riuscito nella stessa impresa del padre. Anzi, addirittura a fare meglio vincendo due volte con la sua Williams (1993 e 1994).
Nel novero dei piloti vincitori all’autodromo non poteva mancare nel 1984 l’indimenticato Niki Lauda, campione del mondo nello stesso anno con la McLaren.
Schumi rompe il digiuno Ferrari
Gli anni Settanta e Ottanta per la Ferrari sono stati avari di soddisfazioni almeno per quanto riguarda il GP d’Italia: due affermazioni di Clay Regazzoni nel ’70 e ’75, quelle di Jody Scheckter nel ’79 davanti al compagno di team Gilles Villeneuve (a fine anno il titolo iridato) e Gerhard Berger (1988).
Per tornare alla vittoria occorsero otto anni e per molti sembra una curiosa analogia con la stretta attualità. Era il 1996 quando il neo arrivato Michael Schumacher interruppe il digiuno gettando le basi per il dominio della Rossa. Nel nuovo millennio tre vittorie consecutive dal 2002 al 2004, una con Rubens Barrichello e due con Schumi.
Significativo il successivo trionfo del tedesco nel 2006 quando, al termine della gara, annunciò il suo primo ritiro dalle corse a fine stagione. Non è un caso che da lì in poi il Cavallino non è stato più in grado di ripetersi, fatta salva l’eccezione di Alonso nel 2010.
La prima volta per Seb
Nelle ultime otto edizioni a spartirsi le vittorie sono stati Lewis Hamilton (cinque: 2012, 2014, 2015, 2017 e 2018), Sebastian Vettel (due con la Red Bull, 2011 e 2013) e Nico Rosberg (una, Mercedes, 2016).
Legato a Vettel c’è il dolce ricordo del 2008: la prima vittoria nel circus arrivò proprio a Monza sulla sua Toro Rosso, ad appena 21 anni. L’inizio di una carriera che di lì a poco gli avrebbe riservato grandi soddisfazioni con quattro titoli mondiali. Corsi e ricorsi storici.
La Ferrari cerca ora il riscatto
Dal momento del suo ingaggio a Maranello, Monza ha riservato solamente delusioni al Cavallino, spesso impotente davanti allo strapotere delle Mercedes.
In alcuni casi vittima anche dei suoi stessi errori come nel 2018 con i suoi due piloti partiti dalla prima fila. Raikkonen davanti a Vettel, coinvolto al via in un testacoda con Hamilton e finito in ultima posizione.
Un assist al rivale che, con l’aiuto del suo collega Bottas a proteggergli le spalle, è riuscito a portare a casa una doppietta insperata per il team tedesco. E per questo ancora più beffarda per la Rossa, che attende ora il riscatto.
Se per alcuni è soltanto una gara, una delle tante di un Mondiale lungo nove mesi, per il team di Maranello è “la” gara.
A Monza fino al 2024
Un’impresa possibile, dopo la vittoria di Charles Leclerc in Belgio che ha restituito morale al team di Maranello che ha intanto festeggiato i 90 anni di fondazione lo scorso 4 settembre in piazza Duomo, a Milano.
L’occasione è stata utile inoltre per annunciare ufficialmente che il Gran Premio d’Italia resterà a Monza fino alla fine del 2024.
È quanto stabilisce l’accordo tra Chase Carey, Chairman e Ceo di Formula 1, e Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia. Un’ipotesi già nell’aria, come anticipato mesi fa, su cui pendeva l’incognita dei costi di gestione. Tutto sembrerebbe adesso risolto, almeno per ora.
Questo il commento di Sticchi Damiani: “È come vincere un Gran Premio di Formula 1: un Gran Premio, difficilissimo e importantissimo, combattuto fino alla linea del traguardo, che vale non solo uno ma ben cinque titoli!”.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro