Prosegue il momento d’oro della Ferrari che nel GP di Singapore centra la terza vittoria consecutiva e pure una doppietta che mancava dal 2017. Sebastian Vettel ritrova il successo dopo più di un anno davanti al compagno Leclerc e a Verstappen. Si discute sul possibile vantaggio che il muretto della Scuderia abbia voluto regalare alla sua prima guida. Ma in Ferrari è comunque festa. Mercedes fuori dal podio ma quasi campioni. (Gallery)
Una volta interrotto il blocco mefistofelico, ora alla Ferrari riesce tutto bene. Anche di imporsi su tracciati sulla carta scomodi e di dare una lezione alle Mercedes, che per la seconda volta in stagione non salgono sul podio.
Succede che il GP di Singapore torna a colorarsi di rosso, proprio come era avvenuto due settimane prima a Monza. In più conquistando i primi due posti in vetta.
A Singapore, a regalare il terzo successo consecutivo alla Rossa è Sebastian Vettel, che sale sul gradino più alto del podio a 392 giorni di distanza dall’ultima volta (GP del Belgio, nell’agosto 2018).
Il Cavallino centra inoltre una doppietta in vetta, che mancava dalla gara in Ungheria del 2017.
Leclerc, manda giù il rospo, per un bene superiore…
Charles Leclerc finisce alle spalle del compagno, ma non certo perché fosse più lento. Era lui in testa. E la scelta dal muretto di richiamare prima il compagno di team al cambio gomme, deve avergli messo a dura prova il sistema nervoso. Le delucidazioni che chiedeva via radio sembravano non trovare risposte esaurienti dal team manager. Un po’ come si fa in politica, quando si vuole prendere una decisione, ma spiegarla più avanti. E così è stato. Ora Leclerc ha accettato di buon viso la scelta dei box, deve farlo. Gli appoggi preferenziali arriveranno a suo tempo. In questa gara la Ferrari ha voluto dare l’occasione del riscatto a Vettel, che scaccia così le critiche che lo avevano accompagnato nell’ultimo periodo. Il riscatto da quei dubbi che lo avevano relegato ai margini della considerazione del popolo ferrarista, complici anche le brillanti prestazioni del monegasco.
Una importante rivincita, dunque, per Seb, il cui unico obiettivo è puntare al terzo posto nella classifica piloti in una situazione che vede coinvolti proprio Leclerc e Max Verstappen, avanti di sei punti. L’olandese della Red Bull chiude il podio. Alle sue spalle le Frecce argentate, le Mercedes AMG di Lewis Hamilton (4°) e Valtteri Bottas (5°).
A sei gare dalla conclusione, la partita iridata vede Hamilton al comando con 65 punti di distacco su Bottas. Manca poco dunque per la sentenza della matematica: prossimo appuntamento il 29 settembre a Sochi, in Russia.
Tra i due litiganti il terzo gode
La sorpresa dunque è servita. Ci si poteva aspettare un altro acuto da parte di Leclerc, partito ancora una volta dalla pole position.
Si pensava anche che chi che l’avrebbe potuto maggiormente impensierire sarebbe stato quell’Hamilton che scattava alle sue spalle. C’era però da fare anche i conti con la voglia di riscatto di Vettel, ancor più dopo la gara di Monza che lo aveva visto protagonista in negativo. Più volte finito sotto la lente d’ingrandimento per i suoi errori anche strategici, stavolta il tedesco è stato perfetto. Forse un po’ spinto dalla strategia del box nel sopravanzare Leclerc nella posizione in pista, ma comunque esente da errori.
Decisivo il suo “uppercut” in occasione del primo pit stop, tra il 20° e il 21° giro, quando Seb si è portato davanti al compagno, fin lì leader in solitaria.
Come si suol dire, tra i due litiganti, il terzo gode. Singolare che l’incomodo sia proprio colui che convive lo stesso box dell’altrimenti probabilissimo vincente. E che sia: gli ordini di scuderia hanno logiche proprie e motivazioni interne. Qualcuno lo capirà.
Da lì in poi è stata solamente ordinaria amministrazione, una situazione non modificata nonostante per due volte si sia ripartiti dopo l’ingresso della Safety car.
A conti fatti, Leclerc è il più deluso della giornata in casa Ferrari. Più volte si è chiesto come fosse possibile essere finito dietro a chi lo precedeva di due posizioni. Poi glielo hanno spiegato.
Ora la Ferrari fa paura
A Maranello possono però sorridere per una competitività ritrovata che apre prospettive interessanti per il finale di stagione e la prossima annata. Dove, va detto, tutti si aspettano che l’epilogo sia diverso.
Dal 2020 non si può davvero più sbagliare. Le Mercedes si possono battere, sistemando quei problemi di affidabilità che hanno condizionato la prima metà del torneo e rimanendo sempre lucidi al muretto.
Queste ultime gare diranno molto in tal senso. Da Stoccarda faranno bene a pensare di mettere in bacheca i titoli il prima possibile per poi concentrarsi sul futuro.
Una gara… a rilento
Come detto, il momento decisivo è stato durante la prima sosta. Prima sono stati Vettel e Verstappen a rientrare, al giro successivo è il turno di Leclerc. Il monegasco si è però ritrovato dietro a Seb che a sua volta ha tenuto a distanza Max.
Velocissimo il tedesco a rientrare in pista e a portarsi virtualmente al comando. Per il resto, si procede al rilento.
La Mercedes tarda l’ingresso ai box ed è un errore che paga a caro prezzo. Il primo a pittare è Bottas, che retrocede dietro a Verstappen.
Hamilton procede al comando, davanti a uno strepitoso Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo). Ma è un fuoco di paglia perché il Re Nero accusa un calo di gomme e deve fermarsi.
Giovinazzi si porta quindi in testa (per la prima volta nella sua carriera in F1), davanti a Gasly (Toro Rosso), Ricciardo (Renault), Stroll (Racing Point), poi le Ferrari, Verstappen, Hamilton e Bottas.
Il sogno del pilota italiano dura poco perché Vettel supera tutti quelli che lo precedono e si riporta in testa facendo il vuoto dietro di sé. Leclerc e Verstappen possono solo seguire la sua scia.
Il sorriso di Seb e la resa delle Frecce
Da lì in poi le emozioni sono caratterizzate dall’ingresso di tre Safety car. Prima per l’incidente tra la Haas di Grosjean e la Williams di George Russell, poi per rimuovere la Racing Point di Perez piantata in pista e infine per il contatto tra Kvyat (Toro Rosso) e l’alfista Kimi Raikkonen, costretto al ritiro.
Il finale è soltanto una passerella per il Cavallino con Vettel che gestisce saggiamente e Leclerc che rinuncia ad affondare il colpo per non rischiare di pregiudicare una doppia fila che da Maranello non capitava da tanto tempo.
Per la Ferrari la notizia più bella di giornata è avere ritrovato il sorriso di Seb, che meritava questa soddisfazione. Charles avrà tempo per ritagliarsi altre soddisfazioni.
Terzo Verstappen, davanti alle Mercedes, stranamente comprimarie anche nel confronto con la Red Bull. In top 10 anche Alexander Albon (Red Bull), 6°, Lando Norris (McLaren), 7°, Gasly, 8°, Nico Hulkenberg (Renault), 9°, e Giovinazzi, 10°.
MotorAge.it – Redazione – A.S.