Marc Marquez vince ancora nel GP d’Aragon e mette le mani su un titolo che dista ora soltanto due punti. La festa è prevista il 6 ottobre in Thailandia. Sul podio anche Dovizioso e Miller. Continua la crisi di Rossi e della Yamaha.
La fotocopia della stagione. Che tra due settimane, per la precisione il 6 ottobre, a Buriram potrebbe incoronarlo campione del mondo per l’ottava volta in carriera, la quarta consecutiva.
Marc Marquez vince, domina anche il GP d’Aragona e guadagna altri punti nella lotta verso il titolo che da tempo è diventata una corsa solitaria. Gli servono soltanto due punticini, da conquistare in cinque gare: i punti di distacco sono 98, a cinque gare dal termine.
In parole povere, gli basterà arrivare davanti ad Andrea Dovizioso, sulla carta il più diretto inseguitore. Una formalità, dunque, che attende soltanto di essere espletata a breve.
Applausi comunque anche al ducatista che coglie un 2° posto, in rimonta, che contro questo Marquez vale quasi quanto una vittoria. Chiude il podio Jack Miller della Ducati Pramac.
Il Cabroncito ha ancora fame
Aragon porta bene al Cabroncito, che dal 2016 è sempre salito sul gradino più alto del podio. Le statistiche vorranno pure dire qualcosa.
Lo spagnolo della Honda partiva dalla pole position. In testa c’è rimasto dall’inizio alla fine, come tante volte abbiamo visto in stagione e negli anni passati.
Ci ha messo soltanto due curve per prendere il largo su tutti gli avversari, che non hanno potuto far altro che mangiare la polvere. La sintesi di un’annata da padrone assoluto sta tutta qui. Ogni volta che Marquez è arrivato al traguardo, è giunto o primo o secondo.
Quello che più deve spaventare i rivali è che ha ancora margini di miglioramento, a soli 26 anni compiuti. E ancora una grande fame di vittoria, come dimostrano gli ultimi quattro titoli conquistati (considerando questo ormai certo).
Per Rossi è il tempo delle riflessioni
Da dimenticare, ancora una volta, il weekend delle Yamaha, ancora una volta non competitive. Stavolta incapaci anche di andare a podio con Maverick Vinales, beffato all’ultimo dalla Ducati satellite di Miller.
Mentre Valentino Rossi chiude lontanissimo, 8°, a 23” da Marquez. Un quadro sconfortante per il nove volte campione del mondo, ormai precipitato in una spirale discendente. Si dice che i campioni affermati debbano avere l’umiltà di uscire di scena all’apice della loro carriera, per lasciare ai posteri l’immagine di un atleta vincente invece che di quella in declino.
Il Dottore ha fatto una scelta diversa, rispettabile, perché correre gli piace ancora. Farlo su una monoposto che non fornisce le giuste garanzie sembra però un azzardo. Con un contratto in scadenza nel 2020, qualche riflessione sulla propria posizione è quantomai necessaria.
Il Dovi sugli scudi
La gara di Aragon offre in pratica pochi spunti. Marquez scatta subito più veloce di tutti e risulta imprendibile. Dopo soltanto un giro, il distacco è già oltre il secondo.
L’attenzione si focalizza su quello che succede dietro di lui. La battaglia è tra Miller, Quartararo (Yamaha Petronas) e Vinales. Mentre Dovizioso, scattato 10°, inizia la sua rimonta.
Il Dovi, dopo due tornate, è già in settima posizione. Passano altre due tornate e si ritrova tra i primi cinque dopo aver superato Rossi e Aleix Espargarò (Aprilia). Il forlivese supera anche Quartararo e si porta a ridosso della zona podio. Subito dopo arriva il sorpasso ai danni di Miller e mette nel mirino Vinales, il primo dei piloti “umani”.
A tre tornate dalla conclusione, il ducatista svernicia lo spagnolo della Yamaha e gli strappa la piazza d’onore. Marquez vola invece verso il traguardo contando su 5” di vantaggio su chi lo precede.
Alla Ducati soltanto le briciole
All’ultimo giro, come detto, Vinales accusa un calo di gomme e viene passato da Miller. La Ducati salva dunque il salvabile, eccezion fatta per Danilo Petrucci, finito 12° e fuori dal podio per la settima gara consecutiva.
Dal pilota ternano ci si aspetta dunque una reazione d’orgoglio per chiudere al meglio una stagione che ha ancora poco da dire per la casa di Borgo Panigale.
L’obiettivo è ritagliarsi ancora qualche soddisfazione su piste sulla carta favorevoli, come la prossima in Thailandia. Dove però a esultare fino in fondo sarà uno solo, il più atteso.
MotorAge.it – Andrea Sicuro