Marc Marquez torna a vincere e dopo due “sconfitte” consecutive all’ultima curva, si prende la rivincita nel GP di Misano, beffando Quartararo al fotofinish. Con 93 punti di vantaggio a sei gare dalla fine, il titolo è ormai a un passo. Sul podio anche Vinales.
Marquez dimostra di aver imparato la lezione. Come i grandi campioni sanno fare, che cadono e si rialzano, e diventano più forti di prima.
Dopo due sconfitte (per modo di dire) consecutive, stavolta è Marc Marquez con la sua Honda a esultare all’ultima curva battendo allo sprint finale Fabio Quartararo della Yamaha Petronas.
Il Cabroncito, con questo successo, blinda di fatto il Mondiale MotoGP (già comunque decisamente indirizzato verso la sua casa).
Adesso sono 93 i punti di vantaggio su Andrea Dovizioso (soltanto 6° a Misano), quando mancano sei gare alla fine.
Che il settimo successo stagionale per il probabile nuovamente campione del mondo arrivi nel GP di Misano suona come una sentenza, una beffa per il popolo italiano accorso in massa con la speranza di vedere la vittoria di un connazionale.
Poteva essere la domenica favorevole alle Yamaha, dopo le qualifiche che avevano confermato le ottime sensazioni delle prove libere. Arriva invece il finale del jolly Quartararo e una medaglia di bronzo con Maverick Vinales, 3° dopo essere scattato dalla pole position.
Prossimo appuntamento il 22 settembre ad Aragon, in Spagna. Calcoli aritmetici a parte, la festa a casa Marquez è pronta a incominciare.
Il sigillo iridato nel momento più complicato
Deve riuscirgli bene recitare la parte del guastafeste. Marquez ha scelto il posto migliore per prenotare il quarto titolo consecutivo, sesto nella classe regina. In quella pista, Misano, che attendeva probabilmente altri protagonisti.
L’ha fatto dopo due secondi posti che gridavano vendetta per uno come lui, e in un week-end che non lasciava presagire una sua affermazione.
Invece, nel riemergere dalla situazione di difficoltà, l’alfiere della Honda ha costruito il suo successo di rabbia, scattando dalla quinta posizione in griglia.
Ma non è stato semplice avere la meglio su un Quartararo, anch’egli sensazionale, che dimostra di avere un futuro nella top class. Il presente, però, è ancora il Cabroncito.
La resa della Ducati
Per la Ducati si tratta della resa definitiva, in un torneo che in verità non gli ha mai aperto le porte. Ancora una volta a Borgo Panigale restano soltanto le briciole.
Dopo un 2017 esaltante, in cui la Desmosedici è stata in grado di duellare fino all’ultima curva per il titolo, negli ultimi due anni non c’è stata quella crescita che in molti si sarebbero aspettati.
Troppo forte la Honda, o troppo forte Marquez. Più continuo di Dovizioso che, dopo la gara inaugurale in Qatar, ha accusato troppi passaggi a vuoto e non è mai stato in grado di reggere il confronto.
Per i più alti traguardi occorre lavorare ancora molto.
Una gara spaccata in due
Chi mastica amaro però è anche la Yamaha che in gara non è stata in grado di confermare quanto di buono fatto in qualifica.
E dire che la partenza aveva visto il poleman Vinales mantenersi al comando davanti alle Petronas di Quartararo e Morbidelli, con Marquez a inseguire. Rossi e Dovizioso più staccati, in settima e ottava posizione.
Quartararo si scatena e supera Top Gun portandosi in testa mentre Marquez irrompe in zona podio e si lancia all’inseguimento dei due rivali al vertice.
A dettare il ritmo è quindi Quartararo, che prova ad andare in fuga. Dopo pochi giri, Vinales subisce il sorpasso anche di Marquez e a quel punto la gara diventa un affare a due. Il pilota della M1 si stacca e pensa a mantenere in sicurezza il podio.
La corsa in pratica si spacca. L’attenzione è concentrata su tutto ciò che accade davanti, con Marquez vicinissimo a Quartararo.
Lo status quo dura fino agli ultimi giri. Quando la prima vittoria tra i “grandi” sembra cosa fatta, arriva, in prossimità della bandiera a scacchi, la zampata decisiva del Cabroncito Marquez. Proprio all’ultima tornata, quella che nelle ultime due occasioni l’aveva visto soccombere.
Giù dal podio Rossi, 4°, lontano oltre 12” dal collega Vinales. Per Dovizioso solo il 6° posto, dietro a Morbidelli.
A conferma delle difficoltà delle Ducati arriva anche il 10° posto di Danilo Petrucci, che chiude alle spalle della Pramac di Jack Miller.
MotorAge.it – Andrea Sicuro