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Ferrari F8 Tributo: adrenalina a fiumi

Test drive

La nuova coupé a motore V8 centrale di Maranello è un omaggio al V8 termico puro e duro, forse destinato a scomparire. Per ora godiamoci le prestazioni eccezionali della Ferrari F8 Tributo, frutto della perfetta interazione tra meccanica ed elettronica.

Ferrari F8 Tributo test drive

Sfida alle leggi della fisica

L’ultima evoluzione del V8 made in Maranello è un “Tributo” al motore 8 cilindri a V che ha spinto tutte le Ferrari berlinetta 2 posti dal 1975 ad oggi. Probabilmente in futuro il V8 diventerà una power unit ibrida. Già i programmi per tutte le nuove Ferrari dal 2020 parlano di elettrificazioni per ridurre le emissioni. Ma per il momento testiamo il gioiello caratterizzato dal V8 da 90° bi turbo di Maranello, capace di erogare 720 CV a 8.000 giri/min. e 770 Nm di coppia massima a 3.000 giri/min e di accelerare da 0 a 100 km/h in 2”9/10 raggiungendo la velocità di massima di 340 km/h.

Certo i numeri sono impressionanti, però non dicono tutto del carattere di questa fantastica rossa. Occorre, infatti, sedersi al posto guida, effettuare le regolazioni di rito, allacciare la cintura e dar vita alla “sinfonia” tipica del V8 Ferrari con albero motore piatto. A quel punto esci da Maranello in tutta tranquillità mentre dentro di te l’adrenalina comincia a scorrere a fiumi. Dopo pochi chilometri già percorri le strade miste (e non sempre dall’asfalto impeccabile) dell’Abetone dove le Ferrari vengono collaudate.

Sentirsi un pilota

Ti accorgi subito come la F8 Tributo “si senta perfettamente a proprio agio” su questi tornanti difficili. E la sua sfida vincente alle leggi della fisica si debba a una perfetta interazione tra meccanica ed elettronica, difficilmente riscontrabile sulle concorrenti, ammesso e non concesso che una Ferrari ne abbia.

Lo sterzo è un raffinato strumento di precisione, ti fa sentire ogni minima sfumatura della strada senza peraltro divenire mai e poi mai nervoso. Avantreno e retrotreno “dialogano” in maniera impeccabile e un po’ cominci a sentirti pilota anche se pilota non lo sei. E stai pur sempre viaggiando nei limiti del Codice e del buon senso, con il cambio F1 doppia frizione a 7 rapporti nella modalità automatica. C’è un po’ di atmosfera da “sabato del villaggio” guidando la F8 Tributo a velocità contenute sull’Abetone. E pur divertendoti già come un matto pregusti la sessione di tirate al limite in circuito, dove l’ultima rossa darà il massimo e il meglio di sé.

Animale da pista

Una volta lasciate le strade normali aperte al traffico, la Ferrari F8 Tributo varca la soglia del circuito e qui rivela in pochi attimi tutta la sua forte anima sportiva. Istintivamente inserisci i setup più estremi del famoso Manettino, cominci a usare il cambio in manuale con i paddle fissi al piantone e affondi senza ritegno il pedale dell’acceleratore in alluminio traforato.

La spinta del motore è tanto immediata quanto feroce. Le turbine non hanno il minimo ritardo di risposta e devi essere prontissimo a tirare il paddle di destra se non vuoi incappare nell’inesorabile intervento del limitatore a 8.000 giri/min. Limitatore che dà un taglio secco e non progressivo come sulla precedente 488; anche questo ha il suo perché nello sfruttare all’ultimo millimetro una marcia in curva.

Sound ineguagliabile

La velocità cresce in maniera pazzesca, il cambio F1 è fulmineo tant’è che non fai in tempo a rilasciare il paddle destro che la marcia è già “andata a segno” e il V8 ha ricominciato a spingere. V8 che ha il sound squisitamente Ferrari di sempre, nonostante le ultime severe normative antinquinamento abbiano imposto il filtro antiparticolato per unità a benzina.
Altri si sarebbero rassegnati a un suono mediocre, come tappato, ma i tecnici Ferrari assolutamente no. Infatti, gli ingegneri di Maranello non solo hanno mantenuto sulla F8 Tributo i 720 CV della 488 Pista, ma hanno riprogettato completamente l’impianto di scarico con tanto di catalizzatori specifici e aggiunto due risuonatori. Il risultato è il sound ineguagliabile di ogni V8 Ferrari rigorosamente con albero motore piatto, sovralimentato o meno che sia.

Curve al massimo

Nelle curve percorse molto velocemente la Ferrari F8 Tributo ti fa sentire più bravo di quello che in realtà sei, quella sensazione da pilota cui abbiamo accennato. Merito sempre dell’elettronica raffinata che non penalizza assolutamente l’assetto meccanico, ma lo asseconda e lo aiuta a trarre le massime performance possibili.
Poi, certo, se ti chiami Sebastian Vettel o Charles Leclerc puoi anche permetterti di staccare tutto lo staccabile in termini di elettronica dinamica, sfruttando al 100% la macchina mentre il violento sovrasterzo di potenza a ruote posteriori fumanti impone correzioni continue con il volante, in stile Formula 1. Appunto.

Motorage.it – La redazione

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