Lewis Hamilton vince il GP del Messico e si porta a soli quattro punti dalla conquista del sesto titolo mondiale. Lo fa imponendosi su Vettel e Bottas con una strategia praticamente perfetta. Quella che invece è mancata per la Ferrari e specie per Leclerc, 4° e giù dal podio. L’appuntamento per la festa iridata è il 3 novembre, ad Austin, dove ad Hamilton basterà arrivare 9°.
Ormai è soltanto una formalità pronta per essere espletata tra soli sette giorni. Lewis Hamilton fa un altro passo verso la riconferma sul trono iridato con il successo nel GP del Messico, quartultima gara del Mondiale F1 che sta per emanare i suoi verdetti.
Il Re Nero fa il suo dovere portando a casa la sua decima vittoria in un campionato dominato dall’inizio alla fine. Il suo compagno della Mercedes, Valtteri Bottas, lo “costringe” a rinviare la festa chiudendo al 3° posto.
Tra le due Frecce argentate si piazza Sebastian Vettel, 2°, in un week-end comunque più agro che dolce per la Ferrari che per la terza volta di fila non riesce a sfruttare la prima fila conquistata in qualifica.
Il più deluso di tutti è Charles Leclerc, che partiva dalla pole position, davanti al tedesco.
Il monegasco è stato penalizzato dalla scelta del muretto di puntare sulle due soste, a differenza di Hamilton, e dalle perdite di tempo dei meccanici in occasione del secondo pit stop.
Alla fine arriva 4° con la magra consolazione del punticino extra per il giro più veloce. Le premesse però erano ben altre.
Ugualmente soddisfatto è alla fine Hamilton, che attende ora la prossima gara, ad Austin, negli Stati Uniti, per passare al ritiro del suo sesto titolo. Quello che lo lancia all’inseguimento del record di Michael Schumacher che di Mondiali ne ha vinti sette.
La Ferrari promette ma non mantiene
I passi avanti della Ferrari, certificati dai tre successi consecutivi conquistati tra Spa-Francorchamps e Singapore (con in mezzo l’apoteosi di Monza), sono lì a preparare il palato dei ferrarista ma poi si dissolvono d’un tratto.
Per la terza gara consecutiva il Cavallino è uscito sconfitto dal confronto con le Frecce, nonostante partisse dalla pole position. Addirittura nelle ultime due occasioni poteva contare in griglia su entrambi i piloti in prima fila.
Invece sono arrivate tre vittorie del team di Brackley e in ognuna di esse c’è un’evidente responsabilità della Scuderia Rossa. Forte in qualifica ma nel passo gara ancora indietro ai rivali.
Problemi tecnici ed errori strategici, oltre a qualche sbavatura in pista, hanno segnato il gap.
Anche così si spiega la differenza tra le due scuderie che vede la Mercedes avanti di 186 punti nella classifica costruttori.
Un azzardo che paga
A fare la differenza a Città del Messico è stata quindi la strategia. È stata anche una guerra di nervi con Hamilton che doveva farsi largo tra le due Ferrari che lo precedevano al via.
Eppure al primo giro, in curva due, il britannico si tocca con la Red Bull di Max Verstappen ed entrambi perdono qualche posizione. L’olandese rimedia anche una foratura nel tentativo di superare Bottas e finisce in fondo al gruppo.
Ne approfittano Alexander Albon (Red Bull) e Carlos Sainz Jr. (Renault) che balzano in terza e quarta posizione, davanti a Hamilton.
La situazione rimane inalterata fino al 15° giro, quando Albon inaugura la prima girandola di pit stop. La Ferrari sceglie di puntare sulla strategia a due soste, richiamando per primo Leclerc.
Hamilton nel frattempo si sbarazza di Sainz e si lancia all’inseguimento del trio di testa. Decide di fermarsi alla 24° tornata e montare la gomma bianca.
Chiara la sscelta di andare in questo modo fino alla fine. Un azzardo probabilmente, ma che a conti fatti lo ha ripagato.
Vettel passa intanto al comando, seguito da Hamilton e Bottas, e sceglie di continuare in pista, ma perde molto terreno con i doppiaggi. Non va meglio al compagno di team Leclerc che soffre la mancanza di ritmo nel secondo stint.
Seb pitta al 38° giro e cede la posizione ad Albon. Leclerc torna in testa ma deve ancora fare la seconda sosta, cosa che avviene sette giri più tardi.
Al termine dei pit stop la situazione vede Hamilton al comando con 3” su Vettel, 3° Bottas, 4° Leclerc, 5° Albon.
Verstappen: una rimonta che non cancella la rabbia delle qualifiche
Il resto è ordinaria amministrazione per il britannico della Mercedes che, nonostante la sosta sola, non accusa il degrado delle gomme.
Di fatto non succede più nulla. Vettel riesce soltanto ad avvicinarsi al leader nel finale ma non a superarlo. Lo stesso dicasi per Leclerc, tornato forte dopo la seconda sosta, però incapace di superare Bottas per il podio.
Ottima quinta posizione per Albon, che precede il compagno di team Verstappen, 6°, in rimonta. Quest’ultimo riscatta così in parte un week-end non propriamente da ricordare, dopo la pole position persa per non aver rispettato le bandiere gialle.
Completano la top 10 l’idolo di casa Sergio Perez, 7° con la Racing Point, Daniel Ricciardo (Renault), 8°, e le Toro Rosso di Kvyat e Gasly.
MotorAge.it – Andrea Sicuro