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Motegi: Marquez implacabile. Per Dovizioso 100° podio

 La festa per il titolo appena conquistato non ha placato Marc Marquez, che domina anche il GP del Giappone. Il Cabroncito vince in solitaria davanti a Quartararo e Dovizioso (che segna il podio 100). Per Marquez sono 54 successi in carriera, come Mick Doohan. 
Marquez, MotoGP Giappone 2019

 Avrebbe potuto prendersi una giornata di riposo e lasciare (per una volta) la ribalta ad altri piloti. Invece niente. Anche da fresco campione del mondo, nel GP del Giappone Marc Marquez non ha voluto fare sconti ai rivali. 

Il Cabroncito domina anche la corsa di Motegi e prosegue la sua marcia da record in una stagione stupefacente. Per lui parlano i numeri: dieci successi stagionali, gli ultimi quattro consecutivi, in 16 gare. 

Una sola caduta, ad Austin, un incidente di percorso. Poi per il resto o primi o secondi posti. Difficile trovare nelle annate precedenti un pilota così performante. 

Lo spagnolo della Honda (marchio alla riconferma del titolo tra i costruttori) vince in solitaria, davanti, ancora, a un ottimo Fabio Quartararo sulla Yamaha Petronas che però stavolta può soltanto intravedere l’ombra del rivale spagnolo.  

Applausi anche per Andrea Dovizioso, capace di risalire dalla sesta posizione iniziale fino alla terza. L’alfiere della Ducati blinda così la seconda piazza nella classifica piloti. 

La stagione volge ormai al termine. Per il prossimo appuntamento bisogna aspettare soltanto sette giorni: il 27 ottobre si corre a Phillip Island, in Australia. 

 Meglio di lui solo Agostini e Rossi

 Un altro record è stato stracciato. Con quello nel Sol Levante, Marquez ha conquistato il suo 54° successo nella classe regina, eguagliando Mick Doohan

Davanti a lui restano soltanto Giacomo Agostini con 68 vittorie e Valentino Rossi con 89. La sensazione, a naso, è che prima o poi li raggiungerà. 

Del resto, basta vedere il modo autoritario in cui si è imposto a Motegi. Partito dalla pole position, davanti alla Petronas di Franco Morbidelli, ha fatto subito il vuoto dietro di sé e non ha mai tremato. 

In sostanza, ha gareggiato come se avesse ancora qualcosa per cui lottare caparbiamente, segno che la fresca conquista del titolo non ha scalfito le sue motivazioni. 

Diversamente c’è chi potrebbe affermare che la tranquillità psicologica “mette le ali”. Cioè che con il Mondiale già in tasca correre diventi più facile, ma proprio non sembrerebbe questo il caso. Quasi incredibile che Marquez abbia contribuito di fatto a quasi tutti i punti conquistati dalla Honda nel campionato costruttori (350 sui 356 totali). 

La convivenza con un altro big “scomodo” come Jorge Lorenzo non l’ha fiaccato. Anzi, se possibile ha alzato l’asticella delle sue motivazioni e l’ha reso ancora più forte. L’esatto contrario di quanto capitato a Lorenzo, via via calatosi nell’ombra.

 Una rivalità pronta a inasprirsi

 Per gli altri, come dicevamo, ci sono soltanto le briciole. Stavolta non abbiamo avuto, come in Thailandia, il duello al cardiopalma con Quartararo, il quale, comunque sia, subito al via ha strappato la posizione al compagno Morbidelli. 

La lotta è durata pochi giri per merito di un Marquez che dopo meno di un terzo di gara andava a contare già su un secondo di vantaggio. 

A quel punto il francese ha scelto saggiamente di amministrare la seconda piazza, senza mai rischiare. Per Quartararo è il sesto podio in stagione, non male nella sua annata da “rookie”. 

In questa seconda parte di stagione abbiamo intravisto scampoli della rivalità che verosimilmente potrà caratterizzare le prossime annate in MotoGP

 Altra gara da incubo per Rossi. E il futuro rimane un’incognita

 La corsa di Motegi certifica ancora una volta la crisi di Valentino Rossi, a secco di vittorie da ormai più di due anni (l’ultima ad Assen, nel giugno 2017). 

Weekend da dimenticare per il Dottore. Dopo una brutta qualifica (partiva 10°), al via è scivolato di quattro posizioni. Poi rimonta fino al 10° posto ma cade a quattro giri dalla fine. 

I numeri sono impietosi: Valentino si ritrova 7° nel Mondiale, scavalcato pure dalla Yamaha non ufficiale di Quartararo. 

Il pilota di Tavullia, certo condizionato da una moto non all’altezza, deve però interrogarsi sul suo futuro, a un anno dalla scadenza naturale del suo contratto. 

Il dilemma è se valga ancora la pena lottare e faticare al cospetto di rivali più giovani e motivati oppure se immaginarsi in una nuova veste (magari da dirigente dietro le quinte).  

Del resto, come si suol dire, “la vita comincia a 40 anni”. I prossimi mesi diranno di più in tal senso. 

 Medaglia di Pirro per Dovizioso

 Per il resto, l’attenzione è tutta rivolta sul duello tra Dovizioso e Maverick Vinales per il 3° posto. La spunta il ducatista che a Motegi strappa così il suo 100° podio in carriera. 

Un traguardo comunque degno di nota, in un’annata che non ha rispettato le aspettative di una Desmosedici competitiva fino alla fine (al netto della bravura di Marquez). 

Al fotofinish Cal Crutchlow su Honda beffa Morbidelli per la quinta piazza. In top 10 chiudono anche le Suzuki di Rins e Mir (7° e 8°), il ducatista Danilo Petrucci, 9°, e la Pramac di Jack Miller, 10°. 

MotorAge.it – Andrea Sicuro

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