Esatto, matti per confusione mentale, pericolo di condizionamento, iperinformazione, joint venture tra eoliche ed economia. La mobilità elettrica sta assalendo il mercato, il mondo, la gente. Come avvenne per la spinta della moda Diesel. Ora una grande fetta delle decisioni nell’automotive si dirigono verso l’alimentazione elettrica. Che avrà dei vantaggi, ma non ci sono solo quelli a dettare legge.
Guardatevi intorno, leggete, respirate l’aria che tira. Da più fronti si avverte l’incedere della mobilità elettrica.
Auto elettriche, moto elettriche. Fino a poco tempo fa, apparivano favolette da visionari, scelte per futuristi incalliti. Come qualcosa che probabilmente sarebbe arrivato, un giorno, ma che attualmente poco ci interessava o riguardava.
L’ideologia realistica, parte dell’informazione, ma anche dell’industria, remava contro, o considerava la mobilità elettrica come qualcosa verso cui non serviva perdere molto tempo. Perché discuterne era un po’ come perdere tempo, o affiancarsi a nicchie di proseliti religiosi.
Poi, in un momento, tutto è cambiato.
L’informazione globale, quella che si respira ogni giorno, più volte la giornata, è partita col voler rendere il concetto della mobilità elettrica come il pane quotidiano.
Messaggi, social, TV, riviste, web, radio, ovunque se ne sente discutere. Con una pressione psicologica da far (quasi) diventare matti. E l’industria dell’automotive? I costruttori? Lasciamo stare i pochi che veramente si possono definire precursori (Toyota e Tesla). Ma gli altri? D’un tratto, una fiumana di proposte. Negli ultimi due anni, e specie quest’ultimo, le proposte di veicoli a propulsione elettrica, a batteria, “zero emissioni”, si sono moltiplicate, ingigantite. Anche brand che sembravano non volerne sapere, che puntavano ad altro, ora offrono nuovi modelli, speranze di nuovi arrivi, promesse di prestazioni fantastiche. E il mercato si è già abbondantemente ampliato di proposte elettriche. Su tutti i fronti e da tutti i fronti, in tutte le categorie e per tutti i gusti.
Ti sei gustato il Diesel? Ora qualcuno dice che sei cattivo
Sembra un’operazione congiunta di forze impalpabili. Con esempi già terra terra, ricorda un po’ quanto era avvenuto con la “spinta” sul mercato delle automobili a gasolio, Diesel. Combustibile che se prima “puzzava”, era lento, “camionista”, d’un tratto era diventato la panacea dei concessionari, e costruttori.
E da quel momento è partita la rincorsa all’auto Diesel, carburante che costava assai meno della benzina, I motori sono diventati sempre più veloci, niente rumorosi. Si pensi solo negli ultimi 15 anni l’evoluzione tecnologica dei propulsori turbodiesel rispetto ai benzina: siamo nell’ottica di 10 a 1.
Le auto con alimentazione Diesel sono arrivate prima a superare il 50% delle vendite in Europa, fino a raggiungere quasi il 60%. Solo che intanto il gasolio è stato fatto progressivamente rincarare e oggi costa praticamente quanto la benzina. Del resto, da un po’ di parti, è partita la lotta ai Diesel, diventati di colpo brutti e cattivi, sconvenienti e inquinanti. Il che, in realtà, non è neppure vero. Le cose non stanno proprio così. Le polveri sottili sono una cosa, le polveri micro-sottili un’altra. Per soppesare tutte le versioni, tutti i pro e i contro, il rischio di diventare matti è concreto.
Influenze nascoste
Il fatto è che ora ci sono altri obiettivi da raggiungere. Su direttive della Commissione europea, in primis. Ovviamente, su questa scia, anche l’Italia si deve allineare. Ci sono scelte, “missioni” geopolitiche ed economiche, su cui non si discute. Il comando viene dall’alto. Più in alto di quanto siamo abituati normalmente a pensare, o intuire.
Attenzione, queste osservazioni non sono affatto dissertazioni contro la mobilità elettrica. Niente affatto. Già parecchie volte abbiamo discusso su MotorAge.it (o su Calderone.News) sulle prestazioni di determinati modelli. Il valore o i nei delle tecnologie applicate, o degli impegni di determinate società per favorire le infrastrutture. L’auto elettrica è il futuro che è già partito, è già iniziato. I vantaggi saranno enormi, anche se l’ecosistema e le tasche dei clienti se ne accorgeranno poi, più in là nel tempo.
Ciò che incuriosisce è l’enfasi totale, globale, che si sta muovendo ora, tutto d’un tratto, sulla mobilità sostenibile, sulle auto elettriche. Tutto troppo veloce, troppo netto per considerarlo naturale. I giochi nell’economia non si muovono così “speedy”. Le joint-venture per creare nuove società avvengono in altri campi in modo diverso. Le start-up portate a ruoli di leadership in pochi mesi sembrano tele-guidate da volontà non comuni. Qualcosa che va oltre il mercato “normale”.
Inoltre, un po’ tutto in questo contesto elettrificato va letto nei giusti modi. Già nella lotta all’inquinamento, per esempio.
Quando si parla di “emissioni zero” riguarda solo il veicolo elettrico in se stesso. Ma le emissioni per produrlo, e per realizzare le batterie (sempre già potenti e capaci) che occorrono, le emissioni nocive sono state enormi. Dalla produzione alla strada, i discorsi, i conteggi di Nox, idrocarburi, polveri cancerogene, sono molto diversi.
Acustica. Altro bell’aspetto. Un veicolo del tutto silenzioso non è detto che sia un bene, Anzi. Se ne sono accorte per prime Commissioni negli USA e in Inghilterra, che hanno combattuto da almeno cinque anni per porre dei rimedi. Mentre alcuni costruttori esaltano “la silenziosità” della propulsione a Watt, in realtà già sanno che tra non molto saranno tutti costretti a montare dispositivi che emettono onde sonore progressive con la velocità del veicolo.
Mani in tasca. E sguardo attento
Costi ricarica. Quanto si spende a ricaricare un’auto elettrica dovrebbe essere la prima questione da mettere sul tavolo pensando a questo tipo di mobilità. Assodato che i prezzi di acquisto del mezzo sono più alti a pari di prodotto con alimentazione più tradizionale, si deve constatare che sulle spese “per muoversi” non c’è ancora una “coscienza” di massa.
Dalle interviste di MotorAge.it è scaturito che solo un 10 per cento di persone ha un’idea concreta dei calcoli da fare. Si può fare una media, ma
su questo aspetto troverete un articolo dedicato in cui si considerano le variabili e le alternative. Origine della carica (colonnine, domestico), tipo lenta o veloce, potenza batterie, eventuali pacchetti servizi, influenzano il risultato. Come media approssimativa, si può calcolare che con 1 Euro si possono percorrere tra i 25 e i 50 Km. Hypercars escludendo, ovvio.
Perché nella valanga di proposte a propulsione elettrica anche le supersportive fanno parte della battaglia. In questo caso non più per risvolti socio economici e politici, ma per attrarre verso il nuovo mondo della mobilità anche chi vive di pura passione per gli scatti brucianti, ammira le velocità supersoniche e, possibilmente, è ricco. O ricchissimo.
Quindi continuiamo ad osservare, se è il caso anche ad ammirare gli sforzi repentini del mondo dell’elettrico. Noi per primi continueremo a farlo, raccontando e descrivendo modelli di guida “Eco” e innovazioni.
Noi tutti ci troviamo davvero a vivere l’apertura di una nuova era della mobilità. Dobbiamo partecipavi, esaminare ciò che accade e, possibilmente, cercane di capire anche perché accade.
Sembrerebbe quasi che il futuro visionario di Sim3, un gioco virtuale, si stia trasformando in realtà.
MotorAge.it – Fabrizio Romano