Aston Martin DBX: il super SUV con un V8 da 550 CV
Svelato il primo SUV nella storia della Casa di Gaydon, un passo quasi obbligato che ha riguardato molti altri brand di prestigio. Aston Martin DBX è spazioso, comodo e ha numeri da granturismo
Con quell’aria un po’ GT
Ormai tutti i marchi di grande prestigio hanno il proprio SUV, basti pensare a Bentley, Maserati, Porsche, Jaguar, Rolls-Royce e tra poco perfino Ferrari. Non stupisce affatto quindi che anche l’Aston Martin si sia adeguata alla tendenza, presentando la DBX, primo Sport Utility Vehicle della sua storia.
Nessun “stracciamento di vesti”, quindi, semmai questo era da fare quando la Casa di Gaydon ha presentato un rebadge di lusso della Toyota iQ, la famosa Cygnet. In sostanza, stilisticamente la DBX è perfettamente allineata al “linguaggio” Aston Martin, grazie all’ampia “bocca” frontale, la forma dei fari, la siluhette snella e il “Lato B” con spoiler e ampia fascia di luci a LED. L’eleganza sportiva, patrimonio di tutte le vere Aston Martin, non solo viene salvaguardata ma è anche posta in evidenza proprio dagli aspetti appena citati.
Dimensioni e peso importanti
L’Aston Martin DBX è lunga la bellezza di 5.04 metri, larga 2 e caratterizzata da 3.06 metri di passo. Proprio quest’ultimo dato descrive l’abitabilità ottimale in lunghezza. Quanto alla massa, qui siamo proprio dinanzi ai “pesi massimi” in quanto il SUV di Gaydon fa segnare sulla bilancia 2,2 tonnellate.
Nessuno scandalo nemmeno in questo caso, poiché si tratta di un dato allineato a quello delle principali concorrenti come ad esempio la Maserati Levante. Senza contare che il peso influirà poco o nulla sulla dinamica di marcia, in quanto a smorzare il rollio vi sono delle speciali barre motorizzate capaci di indurre fino a 1.400 Nm di coppia e contrastare, quindi, i moti trasversali di cassa.
L’assetto si può regolare in altezza da + 45 mm a -50 mm. Il guidatore, quindi, avvolto al pari dei passeggeri in un’atmosfera d’alto artigianato vista la quantità di pellami, legni pregiati e lana, potrà spaziare da un’altezza da off road (o quasi) a un corpo vettura ribassato “che morde la strada”.
Motore tedesco
Più difficile da accettare rispetto al binomio Aston Martin-SUV è la provenienza tedesca del motore. Infatti, l’assenza del classico V8 Aston lascerà un po’ di amaro in bocca ai puristi. Ma niente paura sulla qualità e la quantità di performance, poiché si tratta di una unità di provenienza Mercedes-AMG, ossia il 4 litri biturbo potenziato per l’occasione a 550 CV.
Senza contare che i tecnici di Gaydon si sono “divertiti” a realizzare un impianto di scarico ad hoc che ricreasse quel sound un po’ gutturale e un po’ roco dei veri V8 Aston Martin. Un piccolo trucco che renderà riconoscibile la DBX senza vederla, anche se “bisogna avere orecchio” come cantava l’indimenticato Enzo Jannacci.
Motorage.it – La redazione
Una risposta
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