GM fa causa a FCA: l’accusa è di corruzione per ottenere vantaggi sul mercato. Nel mirino il periodo dal 2009 al 2015, quando tre ex dirigenti del gruppo italo-americano avrebbero dato tangenti ai membri del sindacato dei metalmeccanici americano per rallentare le trattative sul contratto di lavoro e pagare salari più bassi.
L’accusa è di quelle che fanno rumore. General Motors ha annunciato di fare causa a Fiat Chrysler Automobiles (FCA), rea di aver corrotto i membri dello United Auto Workers, il sindacato dei metalmeccanici americano.
Tutto questo allo scopo di trarne indebitamente vantaggi, alterando le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro e indebolendo così la posizione di GM sul mercato.
Come recita il comunicato diffuso dall’azienda statunitense, al centro «ci sono le chiare ammissioni di illeciti commessi da ex dirigenti di Fca». Questi si sarebbero già dichiarati colpevoli nelle indagini condotte dalla Corte distrettuale di Detroit.
L’inchiesta è poi arrivata a coinvolgere anche il presidente del sindacato, Gary Jones, che ha annunciato la sua volontà di rassegnare le dimissioni.
Nello specifico, i tre dirigenti avrebbero corrotto con il pagamento di tangenti il sindacato dal 2009 al 2015, condizionando le trattative tra il Uaw e le case automobilistiche. Questo, secondo la versione di GM, avrebbe comportato più alti costi del lavoro e una posizione meno competitiva sul mercato.
Una versione prontamente smentita da Fca che ha dichiarato «infondata la causa promossa da GM». L’azienda è convinta che «le accuse non siano altro che un tentativo senza basi di distogliere l’attenzione dalle sfide della società».
Volano gli stracci
Il gruppo italo-americano precisa inoltre che «questa sconcertante manovra viene in un momento in cui Fca sta dimostrando di essere un concorrente sempre più forte».
Chiaro ovviamente il riferimento all’annunciata fusione con il gruppo PSA (per cui sono in corso i negoziati), «che per parte sua ha completato con successo il risanamento delle attività europee che ha recentemente acquistato dalla General Motors».
Il riferimento in questo caso va a Opel, acquistata da PSA nel marzo 2017. «FCA – si legge ancora nel comunicato – ha fiducia che prevarrà nel difendersi da queste accuse in tribunale e intende avvalersi di tutte le tutele disponibili».
A stretto giro di posta è arrivata anche la reazione dell’amministratore delegato Mike Manley, in una lettera scritta ai dipendenti. «Non ci faremo frenare da questa azione – ha rassicurato il manager – la denuncia rimaneggia un insieme di salaci accuse pubbliche su questioni legali in sospeso a Detroit. A una prima analisi, al di là di insostenibili speculazioni, non presenta alcuna nuova accusa documentata».
Sotto accusa anche Marchionne
Nel mirino ci sarebbe anche l’ex amministratore delegato, Sergio Marchionne, scomparso nel 2018, in quel periodo alla guida operativa del gruppo. «Marchionne è stata una figura centrale nella concezione, esecuzione e sponsorizzazione dell’attività fraudolenta», ha detto il legale di GM, Craig Gidden, ribadendo che «il nostro unico obiettivo è FCA».
Attraverso queste pratiche il gruppo italo-americano avrebbe potuto impiegare più lavoratori temporanei e contratti meno remunerativi rispetto a quelli pagati da GM.
Tutte accuse che dovranno essere dimostrate in tribunale. La guerra è soltanto agli inizi.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro