Secondo l’ultimo rapporto Aci, la maggior parte degli incidenti auto si verificano nelle autostrade urbane. Per le extraurbane il primato va alla Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga. Esposti anche i motociclisti.
Le autostrade italiane si confermano pericolose e teatro di incidenti auto mortali. Questo almeno è quanto emerso dallo studio “Localizzazione degli incidenti stradali 2018”, realizzato dall’Automobile Club Italia (Aci).
Nell’indagine sono stati analizzati 37.228 sinistri (1.166 mortali). Questi sono avvenuti su circa 55.000 chilometri di strade della rete viaria principale del nostro Paese.
Complessivamente parliamo di 1.344 decessi e 59.853 feriti. Le autostrade urbane risultano quelle con la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi.
Ma andiamo a conoscere i dati nel dettaglio.
La tragedia del Ponte Morandi alza la media
Provvedendo alla mappatura degli incidenti auto, 76 su 100 avvengono nei centri abitati, sei in autostrada e 18 su strade extraurbane.
Tuttavia va fatto un distinguo. Perché nel 2018, pur restando stabile il numero di incidenti, è aumentato il numero di morti. In questo ha avuto un forte impatto il crollo del Ponte Morandi a Genova del 14 agosto 2018 che ha causato in tutto 43 vittime.
In rialzo sulle strade extraurbane gli incidenti ma rimane sostanzialmente stabile il numero di morti (+4% e -0,7%). Nei centri abitati diminuiscono sia i sinistri che i decessi (-2,7% e -4,2%), soprattutto nei piccoli centri attraversati da strade extraurbane.
In estate il periodo più nero
In autostrada i veicoli per il trasporto delle merci, ovvero autocarri (anche leggeri), autotreni o autoarticolati, sono coinvolti nel 31% degli incidenti auto.
Il venerdì è il giorno in cui mediamente si verificano più incidenti (il 15,4%) mentre le ore più critiche sono dalle 18 alle 20. Giugno e Luglio i mesi con la maggiore frequenza di collisioni (rispettivamente il 9,9% e 10,4% del totale).
Tuttavia, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, se si prende come riferimento il 2010, gli incidenti sono diminuiti del 19,4%. Anche i morti sono in calo del 18,2%.
Prendendo invece in considerazione lo scenario rispetto al 2017, i sinistri hanno segnato un +1,5% (ovvero 554 in più). I decessi hanno registrato un -1,6% (22 in meno).
Le tratte sotto la lente di ingrandimento
Dicevamo della pericolosità delle autostrade. Tre sono risultate quelle più a rischio: la penetrazione urbana della A24 (12,9 inc/km), il Raccordo di Reggio Calabria (12,5 incidenti/km) e la tangenziale Nord di Milano (nel tratto in provincia di Monza – 10,3 incidenti/km). Dati importanti se si pensa che per la rete autostradale la media nazionale è di 1,3 incidenti/km.
Per le strade extraurbane la media nazionale è invece di 0,6 incidenti/km. Qui il triste primato spetta alla Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nei tratti in provincia di Monza e della Brianza (9,8 incidenti/km) e in provincia di Milano (7,6 incidenti/km) e alla SS131 in direzione Carlo Felice in provincia di Cagliari (8,6 incidenti/km).
Sulle strade extraurbane gli utenti vulnerabili rappresentano poi una quota elevata dei decessi, seppur in calo rispetto al 2018. Il 31% (un morto su tre) è ciclista, motociclista o pedone.
Nel 20,6% dei casi ha perso la vita un motociclista (277), nel 10,2% un pedone (137) e nel 3% un ciclista (39). Facendo un confronto sul totale, i pedoni deceduti sono il 22,4%, i ciclisti il 17,8% e “dueruotisti” il 34,8%.
Quanto è dura girare su due ruote
Facendo invece una disamina per categoria di veicolo, notiamo che quelli a due ruote (biciclette comprese), sono coinvolti nel 22% degli incidenti stradali.
Dunque, l’indice di mortalità di motocicli e biciclette si dimostra molto più elevato di quello delle quattro ruote. Parliamo di più di 3,6 morti ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, rispetto all’1,3 delle auto.
Queste le tratte più pericolose per le due ruote: la SS 001 Aurelia in Liguria, il Grande Raccordo Anulare di Roma, la SS 145 Sorrentina in provincia di Napoli, la SS 249 Gardesana Orientale in provincia di Verona, la SS 114 orientale Sicula in provincia di Messina.
In un contesto tendente al negativo ci sono comunque alcuni tratti in cui gli incidenti sono diminuiti in maniera consistente nel confronto con il 2018.
Questi sono la SS 7 quater Domiziana, SS 69 di Val d’Arno, SS 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, SS 222 Chiantigiana, SS 229 del Lago d’Orta, SS 513 di Val d’Enza ed il Raccordo Tangenziale Nord Città di Bologna (Casalecchio-Aeroporto-San Lazzaro).
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro