È uscito il film “Le Mans ’66-La grande sfida” che ripercorre la rivalità tra Ford e Ferrari durante la 24 Ore di Le Mans, vinta quell’anno dall’Ovale blu. Un successo che ha segnato un’epoca nella storia del motorsport.
Per molti è un salto nel passato, in un’epoca in cui vincere non era soltanto motivo di prestigio ma anche un motivo di rivalsa. Questo almeno è quanto si nasconde dietro il film “Le Mans ’66- La grande sfida” di James Mangold, uscito nelle sale cinematografiche in tutta Europa, che ripercorre la storia del leggendario duello tra Ford e Ferrari.
Questa rivalità ha toccato il suo apice nella mitica sfida durante la 24 Ore di Le Mans 1966 che ha portato al successo Bruce McLaren e Chris Amon sulla Ford GT40 Mk II nera.
Invero Ford non fu per l’occasione l’unica azienda americana a lasciare il segno sulla scena internazionale. La vettura correva con pneumatici Goodyear, dopo averli sostituiti ai pneumatici della grande rivale Firestone.
Chi la fa l’aspetti
Ma per comprendere appieno la trama bisogna fare un salto indietro. Per la precisione quando il “Drake” Enzo Ferrari (interpretato da Remo Girone) rifiuta la proposta di collaborazione con la casa dell’Ovale blu.
Henry Ford II (Tracy Letts), per vendicarsi dell’affronto, si pone allora come obiettivo quello di battere il Cavallino sul terreno del motorsport laddove spadroneggiava imbattuta.
Per farlo Ford si affidò al progettista americano Carroll Shelby (Matt Damon) e al pilota inglese Ken Miles (Christian Bale). Insieme riuscirono a costruire un’auto da corsa in grado di sbaragliare la concorrenza.
Fu un successo clamoroso. A podio andarono infatti tutte e tre le GT40, compresa la vettura numero 5, guidata da Ronnie Bucknum e Dick Hutcherson, che riuscì a concludere al terzo posto estromettendo le Rosse.
Di certo una vendetta così succulenta non se la sarebbero immaginata neanche nella migliore delle prospettive. Fu il primo di sei successi per la casa americana.
Gli altri arrivano nel 1967, 1968, 1969, 1975 e 1980. Ma di sicuro si può dire che fu quello più sentito.
Il film è un condensato di emozioni e affonda le sue radici in una rivalità dal sapore antico. Non ci resta allora che goderne appieno.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro