Alfa Romeo 4C addio. Tanti saluti alla piccola supercar
La “dura e pura” nata nel 2013 va in pensione senza che si profili un’erede. E da questo momento l’ Alfa Romeo 4C entra nel novero delle auto per collezionisti.
Estremamente Alfa
Senza la comparsa di alcun comunicato ufficiale, l’ Alfa Romeo 4C è uscita di produzione sia nella versione Coupé che in quella Spider. Fine della fabbricazione sulle linee a Modena negli stabilimenti Maserati, attualmente in fase di ristrutturazione e ammodernamento in attesa di produrre la futura supercar del Tridente.
Resta comunque “l’amaro in bocca” ancor più di quanto avvenne per l’uscita di scena della Fiat 124 Spider, annunciata la scorsa settimana, poiché la 4C ha segnato il primo capitolo dell’ Alfa Romeo “tornata a essere L’Alfa Romeo”, grazie a trazione posteriore, materiali leggeri e un eccezionale rapporto peso-potenza. Una filosofia adottata anche da Giulia e Stelvio.
Fin dalla prima volta che abbiamo provato la 4C, siamo rimasti molto soddisfatti dell’assetto estremo capace di “disegnare” le traiettorie con precisione assoluta e raggiungere la bellezza di 1.1 g di accelerazione laterale in assetto stabilizzato. Senza contare che a controlli elettronici di trazione e stabilità completamente disinseriti, la sportiva del Biscione Visconteo diventa molto impegnativa e se non sai guidare o ti rifiuti di sintonizzarti su di lei, prende inesorabilmente il sopravvento tanto con il sottosterzo quanto con il sovrasterzo di potenza. Una vettura tutta da pilotare, quindi, sia nella versione Coupé che in quella Spider.
Struttura in fibra di carbonio
Eccezionale la scocca in fibra di carbonio, materiale resistentissimo e al tempo stesso leggero, adottato normalmente su supercar molto più costose. L’ Alfa Romeo 4C è stata ottimizzata anche nel peso, come dimostrano gli 890 kg a secco della versione Coupé. Il tutto combinato con i 240 CV sprigionati dal motore 4 cilindri 1750 Turbo a iniezione diretta di benzina, consentono toccare la velocità massima di 258 km/h accelerando da 0 a 100 km/h in 4”5/10.
Con l’uscita di produzione della 4C termina anche la realizzazione proprio del fantastico propulsore Alfa 1750 TBI, l’ultimo motore progettato all’ex Centro Tecnico Alfa Romeo di Arese prima della sua chiusura. Un altro capitolo che si chiude lasciando l’amaro in bocca.
L’Alfa non può rimanere senza sportive
E adesso l’Alfa Romeo si trova priva di sportive vere e proprie come i coupé e gli spider che hanno contribuito alla sua gloriosa storia. Inoltre, come se non bastasse, dal piano industriale relativo ai futuri modelli sono scomparse sia la GTV che la 6C. D’accordo, attualmente i SUV sono richiestissimi e accanto allo Stelvio l’Alfa avrà il Tonale e un altro modello ancor più compatto. Ma il Marchio del Biscione Visconteo non può rinunciare ai modelli di nicchia, anche se rimangono versioni altamente specializzate come le Quadrifoglio di Giulia e Stelvio.
Auguriamoci che non ci sia l’intenzione di percorrere la strada senza uscita del brand generalista, già tentata con scarso successo con la Giulietta con il motore della Fiat Doblò e un impoverimento del layout sospensivo anteriore rispetto alla progenitrice. Alfa Romeo, come dimostrano Giulia e Stelvio, è e deve rimanere un Marchio premium. La nostra sensazione è che non si voglia dare fastidio a Maserati, riducendo le ambizioni di Alfa Romeo. Speriamo solo di sbagliarci.
Motorage.it – La redazione
Di questo passo, fra non molto la gloriosa Alfa Romeo, chiuderà i battenti. Ma si può vivere con solo 2 modelli, Giulia e Stelvio. La Giulietta è vecchia, ha più di 10 anni… Mah!
Hai ragione, ma ci auguriamo tutti che che con la fusione FCA-PSA sia rivisto tutto il piano produttivo, aumentino i modelli Alfa Romeo e magari rinasca il marchio Lancia.
Da Alfista sono profondamente deluso delle attuali scelte produttive . Senza grandi sforzi potrebbero utilizzare il “pianale” telaio e meccanica della Giulia quadrifoglio e sfoderare , la gtv . La 4c la trasformerei in una gr molto prestazionale ma lievemente più abitabile x utilizzarla anche tutti giorni e con apposite versioni,x l’uso più mirato. Insomma una 911 nostrana. Ripetendo poi la stessa filosofia per la gtv.
Purtroppo questi sono ragionamenti che passano dal cuore alfista. Sulla carta il mercato attualmente richiede suv e i prodotti di nicchia non producono redditività x via degli alti costi non supportati da vendite adeguate che li coprano. Ora la 4c continuerà a vivere col marchio Maserati, rivista e corretta,proprio x diventare una 911 nostrana,con un costo che ne permetterà la produttività. Io sono comunque entusiasta ma da alfista sfegatato il mio cuore l’avrebbe voluta continuare a vedere col marchio Alfa Romeo. Speriamo che i prossimi Suv siano spettacolari come lo Stelvio che é l’unico suv , coupé, sul mercato attuale che si guida come una berlina gt o un coupé se dotata del dna performance.
Ha perfettamente ragione, condividiamo il suo pensiero.
Troppo cara e troppo brutta
Macchina inutile
L’alfa romeo é in f1, come unico team del futuro costruttore fca-psa! é facile pensare che si continuerà é facile pensare che a breve avremo una rossa ferrari ed una rossa alfa romeo concorrenti…. quindi le auto sportive alfa romeo le farà… e sarà in competizione con ferrari in f1… con Audi, bmw sulla strada…. MASERATI INVECE SARÀ IMPIEGATA IN FORMULA E…. ASPETTATE E VEDRETE
troppo bella e troppo cara…l’erede della duetto non esiste definitivamente piu. Rimane la Fiat Abart
Auto splendida ma anacronistica. Non puoi vendere una vettura che costa abbondantemente oltre i 100milioni di vecchie lire (per restare nell’anacronismo), senza dotarla di un condizionatore e di uno stereo solo, per ridurre il peso…
Un’auto da collezionisti , fuori mercato e senza futuro. Ha giustificato l’operatività di stabilimenti che ora saranno aggiornati a nuove produzioni.
Un esercizio di stile ? Nemmeno, perché non ha introdotto tecniche costruttive innovative. Quasi stesso discorso per la 124 spider realizzato sul modello mx5 mazda