Fratelli Marquez: entrambi hanno vinto il Mondiale nello stesso anno. Adesso si ritroveranno alla Honda. Adesso che la Honda ha scelto di ingaggiare anche il più piccolo dei fratelli Marquez, Alex convivrà nello stesso box di Marc.
Di sicuro sarà il connubio più suggestivo del prossimo Mondiale MotoGP. E potenzialmente anche il più esplosivo, non soltanto per i duelli in pista. I fratelli Marquez correranno insieme alla Honda nella stagione 2020.
Un’annata che segnerà il debutto nella top class per il giovane Alex Marquez, classe 1996, reduce dal trionfo in Moto 2, categoria in cui nel 2019 si è laureato campione del mondo.
Gareggerà insieme a Marc Marquez, di tre anni più grande, che nell’ultima stagione ha dettato legge portando a casa il suo ottavo titolo iridato (sesto nella classe regina).
Singolare anche il fatto che due fratelli si siederanno nello stesso box, dopo aver vinto entrambi il Mondiale l’anno precedente.
Pare che l’ingaggio del fratello da parte dei vertici Honda sia nato da una precisa richiesta del Cabroncito avanzata durante le trattative per il rinnovo del contratto, in scadenza nel 2020.
Non è stato difficile accontentarlo, dall’alto dei risultati ottenuti nell’ultima stagione in cui ha portato a casa praticamente da solo i titoli piloti e costruttori. L’addio di Jorge Lorenzo alle corse ha poi spalancato le porte del team a uno dei piloti in rampa di lancio.
Tuttavia è tutto da verificare se tra i due prevarrà l’amore fraterno oppure se lo spirito della competizione e la voglia di prevalere sull’altro faranno la differenza.
Si sa che le corse sono uno sport individualista: a vincere alla fine è uno soltanto. Analizziamo quindi i motivi di questa scelta e quali ripercussioni potrebbe avere.
Un caso unico nella storia
Intanto una premessa. In MotoGP non era ancora mai successo che due fratelli gareggiassero nello stesso team per un’intera stagione.
Gli unici due precedenti, infatti, hanno visto soltanto sporadiche partecipazioni. Nel 2007 i figli d’arte Kurtis e Kenny Roberts Jr. (il loro padre è il tre volte campione del mondo Kenny Roberts) hanno corso due gare, al Mugello e in Catalogna, con la KR212, costruita appunto dal padre.
Mentre, andando più indietro nel tempo, avevano la stessa monoposto anche Eduardo e Juan Salatino, che hanno corso su Norton in occasione del GP d’Argentina nel 1961 e 1962.
Parliamo per appunto soltanto di casi isolati. Del resto, è buona regola non mischiare affari privati (o familiari come in questo caso) con quelli professionali.
Saranno fratelli coltelli? L’interrogativo è lecito
Il primo interrogativo sorge quindi spontaneo. Sapranno remare dalla stessa parte per tutta la stagione e mettere da parte egoismi e antagonismi?
Liberatosi dell’ombra di Lorenzo, per Marquez potrebbe essere tutto un po’ più facile almeno in apparenza.
Tuttavia sappiamo che Marc è un pilota orgoglioso e non lascia mai nulla ai suoi rivali. Forse è anche questa la chiave del suo successo: “cannibalizzare”, fare ombra chi gli sta intorno.
Ci è riuscito per più tempo Dani Pedrosa, che ha convissuto con il Cabroncito per cinque anni, in cui ha raccolto più oneri che onori, prima del ritiro.
Lorenzo ha resistito un anno soltanto prima di dire basta. Ora è il turno di Alex, per il quale si spalanca ora una grande opportunità professionale.
Rischio salto nel buio
Parliamo infatti di un pilota che, a 23 anni compiuti, è stato il primo a vincere sia la Moto 3 (nel 2014) con la Honda sia appunto la Moto 2, con il team Marc VDS Racing.
Stracciare record su record sembra quindi la prerogativa di famiglia in casa Marquez. La Honda, forse intimorita dalla paura di perdere il monarca della MotoGP, ha ceduto alla richiesta di Marc di avere il fratello con sé nonostante i dubbi della dirigenza, non convinta di gettare subito nella mischia un giovane talento che però deve farsi ancora strada tra i “grandi”.
Il rischio di bruciarsi indubbiamente c’è per Alex, sebbene l’età sia ancora dalla sua parte. Certo é che correre insieme al fratello é sì una prospettiva allettante ma è tutto da vedere quanto redditizia.
Tutti contenti (almeno per ora)
«È davvero bello essere nella stesso box con Marc – ha detto Alex – ma siamo professionisti e ognuno lavora per sé. Non mi preoccupano i confronti. Quando qualcuno si confronta con Marc, tutti o quasi perdono. So di essere sulla strada giusta e cercherò di fare del mio meglio. Siamo compagni di squadra e condividiamo la telemetria ma cercherò di imparare da lui e dal resto dei piloti Honda».
«Certamente cercherò di dargli alcuni consigli – così si è espresso Marc sull’argomento- ma alla fine quando sei in pista sulla moto sei da solo. Il mio obiettivo e la mia mentalità restano le stesse. Per vincere devo concentrarmi totalmente sul mio lato del box».
A parole sembra dunque regnare la piena armonia e unità d’intenti. Vedremo quanto durerà.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro