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Gruppo FCA-PSA: il futuro dei Marchi

Il nuovo gruppo FCA-PSA conta su 12 brand, che una volta valorizzati non genereranno sovrapposizioni tra loro. Il prestigio di Alfa, sulla carta, non si discute.

Il nuovo gruppo FCA-PSA conta su 12 brand

Il quarto Gruppo automobilistico al mondo

Con la fusione tra FCA e PSA, nasce quello che sarà a regime il quarto Gruppo automobilistico al mondo. I marchi in campo sono 12 : Abarth, Alfa Romeo, Citroen, Chrysler, Dodge, DS, Fiat, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot e Vauxhall.

Considerato il numero brand, subito in molti si sono chiesti se non avverranno contrapposizioni e una sorta di “guerra in casa”. Ma ciascun brand ha la propria identità e un pubblico di affezionati, senza dimenticare come la neonata realtà industriale conti su professionalità di altissimo profilo anche a livello di marketing manager.

Inoltre, il CEO Carlos Tavares è un uomo di finanza, di numeri e prodotto, oltre grande appassionato e intenditore di automobili. C’è da scommettere conosca per filo e per segno la storia e la mission dei 12 singoli brand. Una bella garanzia, anche perché in passato è capitato che alla guida di un Gruppo automobilistico ci fossero uomini specializzati in alta finanza, ma privi di quell’indispensabile passione e conoscenza per il prodotto .

Distinguere tra brand generalisti e premium

La maggior parte dei marchi in seno a FCA-PSA è di tipo generalista, ma vi sono anche brand premium per i quali occorrerà una politica di prodotto su misura, ferme restando le inevitabili sinergie di gruppo.
Tra i generalisti: Citroen, Chrysler, Dodge, Fiat, Jeep, Lancia, Opel, Peugeot e Vauxhall. Di un gruppo a parte Abarth, fortemente specializzata, DS che tende a puntare al lusso e Alfa Romeo e Maserati che sono marchi decisamente premium.

Se riguardo i brand generalisti si potranno facilmente condividere piattaforme e motori (con l’opportuno tuning caso per caso), per quanto riguarda Alfa Romeo e Maserati il discorso è più complesso. Questi brand premium necessitano di strutture e motori dedicati, quindi le sinergie di gruppo riguarderebbero quasi esclusivamente piccola parte della componentistica.

Maserati rimane un brand premium

Al contrario, rendere Alfa Romeo un costruttore generalista con una condivisione spinta di piattaforme, motori e quant’altro sarebbe una strategia suicida. Invece Maserati è palese che rimarrà un brand premium. Risulterebbe ideale una sorta di spin off di Alfa Romeo e Maserati che crei una realtà industriale a sé stante come avviene ad esempio nel Volkswagen Group tra Audi e Lamborghini.

Certo, attualmente si sta verificando un evidente allontanamento tra il Biscione e il Tridente sia dal punto di vista progettuale che industriale. Decisione alquanto discutibile, ma che un uomo del calibro di Carlos Tavares potrebbe ribaltare forse riportando la direzione dell’Alfa Romeo ad Arese. Inoltre, Tavares potrebbe rivedere il nuovo e scarno piano prodotto di Alfa, mentre per Maserati il ritorno alle competizioni più importanti potrebbe non essere più un tabù.

Missioni specifiche

Forse il brand Fiat dovrebbe concentrare le maggiori risorse nel campo delle auto low cost, mentre la 500 potrebbe dar vita a un marchio a sé. Anche se sul futuro di lancia ci sono molti pessimisti che la davano per spacciata, forse c’è ancora speranza. Infatti, oltre a essere un marchio molto apprezzato dai francesi, Lancia potrebbe produrre inizialmente un raffinato crossover.

Senza contare che Lancia e DS, simili nella mission, avrebbero interesse a collaborare insieme proficuamente. Poi per il gruppo FCA-PSA vi sono molte altre opportunità, come il ritorno di Peugeot negli USA sfruttando la rete di vendita Chrysler-Dodge. Oppure i francesi che mettono a disposizione dei brand italiani e americani tutto il loro know how in termini di motorizzazioni ibride e tanto altro. Sarà una sfida esaltante.

Gian Marco Barzan

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