306 CV e 265 km/h di velocità massima sono i notevi dati della Mini a “due posti secchi”. Mini John Cooper Works GP sarà sul mercato nel 2020 in sole 3mila unità.
Estetica e sostanza
Fin dal primo sguardo emerge tutta l’aggressività della Mini John Cooper Works GP, a cominciare dall’alettone posteriore. Alettone che riveste un ruolo di grande importanza, poiché genera downforce alle alte velocità “lavorando” in perfetta simbiosi con l’estrattore posteriore.
Da quest’ultimo spunta il doppio terminale di scarico i cui evidenti scoppiettii in rilascio, c’è da scommettere, spaventeranno più di un passante. A fare la sua scena e a ottimizzare la tenuta di strada è anche l’assetto ribassato di 10 mm rispetto alla normale Mini JCW, al pari delle carreggiate sensibilmente allargate. Specifici pure i cerchi in lega da 18 pollici, i passaruota maggiorati realizzati in plastica rinforzata con fibra di carbonio, lo spoiler frontale e la calandra.
Cruscotto in stile BMW
Per quanto riguarda gli interni, spicca immediatamente il cruscotto digitale decisamente simile a quello di molte “cugine” BMW. Più nel dettaglio, troviamo uno schermo da 5,0” e un display da 6,5” nella consolle. Da quest’ultima si gestisce il sistema multimediale e l’interfaccia per le app dello smarthphone.
Insomma, gira e rigira la multimedialità è riuscita a salire a bordo anche di una vettura sportiva estrema del genere. Già, proprio estrema, poiché ad esempio il divanetto posteriore è assente al fine di contenere i pesi e al suo posto compare una robusta barra a duomi. Francamente ci saremmo aspettati di più riguardo i sedili anteriori, anatomici ma non troppo, mentre è curiosa la leva del cambio automatico e il suo layout sicuramente richiederà un minimo di apprendistato.
Da apprezzare anche le levette al volante per gestire il cambio in modo manuale (lo si può fare anche tramite la leva centrale). Cambio che è lo Steptronic con convertitore di coppia a 8 rapporti, poiché evidentemente né un doppia frizione né tantomeno un sistema manuale sarebbero riusciti a sopportare la coppia monstre del motore (450 Nm).
Motore profondamente elaborato
Il propulsore 4 cilindri a benzina 2 litri turbocompresso della Mini John Cooper Works GP, costituisce un’evoluzione notevole dell’unità che equipaggia la normale Mini JCW. Infatti, moltissimi sono gli aspetti della parte alta realizzati ad hoc tra i quali, ad esempio, i pistoni, le bielle, gli alberi a camme, il turbocompressore e il sistema di scarico. La potenza ammonta a 306 CV, costanti tra 5.000 e 6.250 giri/min., mentre la coppia massima è di 450 Nm a partire da 1.750 giri/min. Quanto alle prestazioni, lo 0-100 km/h viene coperto in 5”2/10 e la velocità massima raggiunge l’impressionante valore di 265 km/h, ossia ben 105 km/h in più rispetto alla storica Innocenti Mini Cooper 1300 degli Anni 70 tanto per farsi un’idea.
La trazione è anteriore e l’assetto sono stati profondamente adeguato a tanta “cavalleria”. Tra le modifiche più importanti figurano molle e ammortizzatori specifici, nonché l’adozione di giunti sferici come sulle auto da competizione. Le ruote posteriori per parte loro vedono aumentato il camber, al fine d’incrementare la reattività nella guida al limite in curva.
Non manca, inoltre, il differenziale anteriore autobloccante che aiuta a gestire i 306 CV durante il pieno spiegamento di potenza. Resta da verificare se l’abbinamento differenziale autobloccante- avantreno McPherson darà o meno “schiaffi” allo sterzo durante le accelerazioni più intense. Ma questo “lo scopriremo solo guidando”.
Gian Marco Barzan