Contro i blocchi del traffico, gente, enti e Presidenti
Da Milano, Lombardia e Padania, Firenze, Emilia e, “ciliegina”, Roma. La scelta dei blocchi del traffico straordinari dei veicoli (ad aggiungersi al peso dei blocchi standard) ha in questo periodo decisamente irritato gli animi di molta gente. Cosa ormai evidente non solo agli automobilisti coinvolti. Fermare le auto, perfino le Diesel Euro 6 tecnologicamente più avanzate, sembra irrazionale dopo aver sbandierato incentivi per gli acquisti. Tanti soldi, sacrifici, per restare al parcheggio! Contro i blocchi del traffico da parte delle amministrazioni, ritenuti irrazionali e inutili, si sfoga la gente, insorgono le Associazioni, e anche il Presidente dell’ACI.
Da Milano, la Padania, a Roma. La scelta dei blocchi del traffico straordinari dei veicoli (ad aggiungersi al peso dei blocchi standard) ha in questo periodo decisamente irritato gli animi di molta gente. Cosa ormai evidente non solo agli automobilisti coinvolti. Fermare le auto, perfino le Diesel Euro 6 tecnologicamente più avanzate, sembra irrazionale dopo aver sbandierato incentivi per gli acquisti.
Al fatto che il governo e le pubbliche amministrazioni siano pronte a piegarsi abbondantemente ai voleri di Ordini e Ordinamenti del “Mondo di sopra” e dei poteri occulti della socio-politica era altrettanto ormai chiaro. Ma che governo, presidenti regionali e sindaci arrivassero a contrastare le logiche comuni, calpestare diritti, tagliare ulteriormente la già ridotta libertà di movimento, fino a non considerare leggi già scritte, ebbene tutto ciò ha davvero tirato fuori la profonda rabbia di tanti umani pensanti.
Ritroviamo città e intere province sottomesse da divieti di muoversi in auto, anche nuovissime, nonostante gli automobilisti siano stati incentivati, sospinti, attratti in più modi per acquistarle. Per cambiare veicolo con un altro “più pulito”. Non si tratta solo di veicoli “elettrificati”, ma anche a benzina e a gasolio. I Diesel di ultima generazione affinati da Fap e additivi, venduti come capaci di magie per non disperdere pulviscoli nell’aria. Come se le menti sulla Terra debbano essere teleguidate sulla scia di Greta Thunberg.
Specie a Milano, nella Padania, fino a Roma, dove la sindaca Virginia Raggi, dal quasi nullo pensiero sulla mobilità veicolare, ha bloccato a casa persino i veicoli omologati Euro 6.
La furia del Presidente dell’ACI
Troppe ulteriori gocce di imposizioni che hanno fatto traboccare i vasi della pazienza e della comprensione. Delle persone, degli automobilisti, ma anche di Enti, associazioni del settore e suoi rappresentanti.
Finalmente anche l’Automobile Club d’Italia si fatto sentire, con il suo presidente Angelo Sticchi Damiani che si è espresso con un comunicato senza mezze misure.
“L’Automobile Club d’Italia è assolutamente contrario all’assurda demonizzazione dei Diesel Euro6, al centro del mirino di tante Amministrazioni – a cominciare da Roma – con blocchi del traffico ingiustificati, che non hanno alcun fondamento scientifico e non garantiscono risultati certi”.
Insomma, una bocciatura esplicita verso ogni limitazione alla mobilità con provvedimenti, si dice, “privi di logiche comprensibili ed accettabili”.
“Queste misure – continua Sticchi Damiani – non producono alcun reale vantaggio ambientale ma creano solo svantaggi, in termini di disagi economici e sociali per i cittadini, a fronte di non si sa quante polveri sottili risparmiate. Le auto di ultima generazione, anche Diesel, hanno un impatto ambientale irrisorio. Con provvedimenti irrazionali come questi, non si danno risposte serie alle importanti voci degli ambientalisti e si creano disagi inutili a milioni di cittadini”.
“È assurdo – afferma ancora il Presidente dell’ACI – che, da un lato, si blocchino le Euro6 e, dall’altro, si incentivino con sgravi fiscali la conservazione e la circolazione di 4,2 milioni di auto – il 10,77% del parco circolante italiano – che hanno da 20 a 30 anni”.
Sticchi Damiani si dice inoltre preoccupato per l’impatto negativo sul mercato e il forte rischio di perdita di posti di lavoro, sia nella produzione che nella vendita delle auto.
Confindustria dalla parte degli automobilisti e delle tecnologie
Va all’attacco anche l’ANIASA, l’Associazione che in Confindustria rappresenta la mobilità. “Stiamo assistendo a una nuova escalation nella demonizzazione dei motori Diesel anche di ultima generazione che non trova riscontro in studi scientifici sulle emissioni. Se il reale obiettivo della misura assunta dal Campidoglio fosse di bloccare i veicoli più inquinanti, non si comprende perché siano stati fermati i veicoli a gasolio Euro6, che presentano emissioni molto contenute, e si consenta la circolazione di veicoli a benzina Euro 3-4-5, più vecchi e inquinanti”.
L’Associazione di Confindustria mette in campo anche alcuni suoi numeri. Per esempio su ossidi azoto (NOx): un veicolo Diesel Euro 6 ne emette fino a un tetto di 0,08 gr/km, mentre uno Euro3 a benzina ne emette fino a 0,15 gr/km. Emissione polveri: quasi il 60% del particolato PM deriva dal rotolamento delle ruote, che sollevano quanto depositato al suolo, e il 35% deriva invece dal consumo di asfalto, gomme e freni. Quanto al particolato PM 2,5 se si considera quello derivante degli scarichi Euro6 è inferiore al 7% del totale.
Poi, il botto finale di ANIASA: tutte le auto Diesel in circolazione nell’UE emettono globalmente allo scarico il 2% di tutto il PM 2,5 presente nell’aria. E’ del 16% la quota dei NOx addebitabile alle auto, e nel 2030 sarà il 7%.
Un’ulteriore considerazione va fatta. I modelli di auto Diesel Euro 6 sono il fiore all’occhiello di tanti brand e costruttori, specie ai livelli di gamma più elevati, o premium. Rappresentano anche un vanto tecnologico. Evitiamo quindi di dare schiaffi alle nuove tecnologie.
MotorAge.it – Redazione