Carlos Sainz si è imposto nella Dakar 2020, tornando a vincere il raid dopo 28 anni. Nelle moto Ricky Brabec porta la Honda al successo: scalzata la KTM.
Con l’arrivo a Qiddiya, la Dakar 2020 è andata finalmente in archivio. La 42esima edizione del rally più duro al mondo ha visto la vittoria di Carlos Sainz Sr., al terzo trionfo personale con due team diversi.
Il madrileno, insieme al co-pilota Lucas Cruz sul Mini Buggy, torna così al successo 28 anni dopo l’ultima volta.
Lo fa al termine di 12 giorni di fatiche estenuanti (9mila km di percorsi) che hanno portato i concorrenti dalle rive del Mar Rosso a Gedda, in Arabia Saudita, attorno ai canyon e alle montagne della parte occidentale del Paese.
Una Dakar che sarà purtroppo ricordata anche per la tragedia che ha colpito il portoghese Paulo Gonçalves, deceduto il 12 gennaio in seguito alla caduta con arresto cardiaco riportata in occasione della settima tappa.
Ma, come si suol dire, “show must go on” e il rischio in questa competizione la fa da padrone nelle dune del deserto e su strade sterrate. Che per la prima volta hanno visto la partecipazione anche di Fernando Alonso che, nel complesso, non se l’è cavata male, al di là di qualche prevedibile infortunio, frutto dell’inesperienza.
Come il ribaltamento nella penultima tappa a Haradh-Shubaytah quando è stato tratto in inganno da una duna, uscendo comunque illeso.
Ma il carisma e il talento non si dimenticano anche in territori non propriamente congegnali.
Per l’ex Formula 1 (alla guida della sua Toyota Hilux) alla fine arriva un 13° posto con un ritardo di oltre quattro ore. Il prossimo anno lo vedremo senz’altro più competitivo.
Sainz: la classe non ha età
Sainz a 57 diventa dunque il pilota più anziano a vincere la Dakar. Lo spagnolo ha fatto valere tutta la sua esperienza oltre il fatto di sapere come si fa a vincere. Battuto l’altrettanto esperto Nasser Al-Attiyah (Toyota Gazoo Racing) con un distacco di 6’21” e spodestato dal trono nel quale si era seduto lo scorso anno.
El Matador ha preso il comando dopo la terza tappa e da lì ha preso il sopravvento, arrivando all’appuntamento conclusivo con oltre 10 minuti di vantaggio da gestire. Completa il podio Stephane Peterhansel, vincitore di 13 Dakar, arrivato a 9’58”.
Brabec scrive la storia nelle moto
La sorpresa vera arriva dalle moto. Segnatevi il nome di Ricky Brabec.
Il 31enne americano ha messo fine al digiuno di 31 anni della Honda portandola di nuovo a vincere la Dakar. Inoltre nessun americano aveva mai vinto il raid prima d’ora.
Il californiano è andato in testa dopo la terza tappa e ha difeso abilmente il suo vantaggio durante le fasi rimanenti.
La Honda assapora così il dolce gusto della vittoria, a sei anni di distanza dal suo ritorno ufficiale alla Dakar.
Delusione invece per quanto riguarda la KTM, la cui egemonia durava incontrastata dal 2001.
Per la legge dei grandi numeri era scritto che poi questa lunga striscia (18 vittorie consecutive) dovesse terminare prima o poi.
Il suo alfiere, Toby Price, campione nel 2019, si deve invece accontentare del gradino più basso del podio: terzo, a 24’06” di distacco.
L’unico che ha provato a tenere testa a Brabec è stato il cileno Pablo Quintanilla con la sua Husqvarna, che ha concluso a 16’26”.
Per lui una medaglia d’argento che però vale oro perché arriva a un anno dall’infortunio subìto nella Dakar 2019, disputatasi in Perù.
Il 30% non arriva in fondo
Passando agli altri vincitori della Dakar 2020, tra i camion c’è da registrare il successo del team russo Kamaz, con alla guida Andrey Karginov, Andrey Mokeev e Igor Leonov. Battuti di 42’26” i colleghi-rivali Anton Shibalov, Dmitri Nikitin e Ivan Tatarinov.
Nel quad vittoria per Ignacio Casale con il team Casale Racing che ha distanziato Simon Vitse (Je Peux 2020-BBR-Mercier Racing) di 18’24”.
Infine per quanto riguarda gli SSV, successo per Casey Currie e Sean Berriman del team Monster Energy Can-Am, che hanno battuto Sergei Kariakin e Anton Vlasiuk di 39’12”.
Snocciolando qualche numero, 234 dei 342 veicoli che hanno iniziato la manifestazione a Gedda (il 68,4%) compaiono nella classifica generale finale: 96 moto, 12 quad, 57 auto, 29 SSV e 40 camion. Altri 22 veicoli si sono ritirati dalla gara. È proprio vero che per arrivare in fondo alla Dakar, ci vuole un fisico da leoni.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro