Missili, Petrolio e bambini ubbidienti
Dai missili in Medio Oriente il filo delle politiche economiche tira subito in ballo il petrolio. Ed ecco che noi bambini ubbidienti capiremo o avremo conferma del motivo per cui i veicoli elettrici siano sospinti con tanto vigore. La situazione era prevista. Prezzi del greggio già in rialzo dopo l’operazione USA con target il Gen. Soleimani, e le prospettive bussano alle nostre porte con toni non tranquillizzanti. Iran e Iraq tramano vendette, e una di queste può palesarsi nei rubinetti petroliferi. Ovvero, il costo dei nostri carburanti. E l’elettrificazione avanzerà.
Noi bambini ubbidienti voliamo verso la mobilità elettrica. Perché l’auto elettrica ora viene esaltata, ovunque sospinta come non mai. Come fosse una panacea per tanti nostri mali. “Siamo diventati tutti matti?”, come dicevamo in un titolo di un recente articolo su MotorAge.it. No, “c’est la vie”, è la vita. Il primo male da curare, da cui tanti problemi derivano, si chiama guerra.
Negli alti sobborghi del potere, lì dove le decisioni economiche e politiche poggiano le loro radici, si sapeva da tempo che distaccarsi dalla dipendenza del petrolio diventava necessario. Il più velocemente e indolore possibile, restando per quanto complicato entro la scia del “politically correct”. Ovvero, far apprezzare ai mercati ciò che si deve sviluppare, cioè l’arrembaggio delle auto elettrificate. E anche l’Italia, il suo mercato automotive, sta rispettando il mandato.
Un altro atto della guerra politica ed economica (solo marginalmente motivata dalle religioni) è avvenuto. Secondo programmi. Forse non sapevano, nemmeno negli USA o all’ONU, esattamente quando o precisamente dove, ma era nell’aria. Da tempo.
Ed ecco il bombardamento degli aerei americani in Iraq, con l’eliminazione fisica del Gen. Qassem Soleimani, la più potente figura dei Corpi delle Guardie Rivoluzionarie iraniane. La seconda figura più importante in Iran. Il missile di un drone MQ-9 Reaper ha colpito con precisione chirurgica il veicolo in cui si trovava nei pressi dell’aeroporto di Baghdad.
Automatiche come le risposte degli eco quando si urla in un canyon sono giunte le minacce di vendetta sia da parte delle milizie irachene che dagli iraniani. Iran che, ricordiamolo, è un Paese con cui la ricerca di accordi perché fermasse la produzione di materiali e hi-tech per la bomba nucleare sono rovinosamente falliti. Niente da fare. In pratica, il nucleare è anche nelle loro mani.
Petrolio: paure del prezzo al rialzo
Promesse di rivalsa dal medio oriente verso americani e occidentali, c’è un altro punto focale nella questione. Già dalle politiche occidentali si stanno mettendo le mani avanti su una possibile, o probabile, crisi petrolio. Iraq e Iran assieme valgono circa un quinto della produzione e della riserva mondiale di petrolio.
Per chi segue i fatti di economia e geopolitica, è possibile aver maturato l’idea che nelle “alte sfere” dei decision maker mondiali, il rischio di qualche crisi petrolifera avrebbe presto bussato alle porte dell’occidente. Forse più in Europa che in America (la quale potrebbe essere autosufficiente con la produzione per un terzo del fabbisogno, e comunque ha riserve abbondanti, a quanto pare per cinquant’anni).
Che l’atto dell’eliminazione di Soleimani avrà delle ripercussioni è prevedibile (aspettiamocelo). Che i segni della rivalsa tocchino di sponda anche il commercio del petrolio è altrettanto intuibile. Dopo il missile USA il prezzo al barile del brent si è innalzato di quasi il 3% superando i 69 Dollari. “Le tensioni in medio oriente mettono a rischio l’offerta”, hanno detto gli esperti di ActivTrades.
In Italia, il il Codacons afferma di vigilare su qualunque rincaro speculativo dei prezzi alla pompa. “Al momento – ha affermato il presidente Carlo Rienzi – i ritocchi dei listini presso i distributori sono minimi ma temiamo, come avvenuto in passato, un’ondata di rialzi dei prezzi per benzina e gasolio”, Se già ora nascono i timori di reati di aggiotaggio, significa che entro un paio di mesi i rincari ai distributori possono arrivare a bussare. Anche forte.
Trump e il sottile filo tra pace e grande guerra
Per inciso, non vogliamo trovare colpe o colpevoli, ma guardare i semplici fatti.
Mr. Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti, ha affermato che il suo “OK” all’operazione che ha eliminato il Gen. Soleimani non ha voluto innescare una guerra, ma evitarla. “Abbiamo eliminato un personaggio altamente pericoloso”, sentenzia Trump. Questo addebitando al comandante iraniano il ruolo da protagonista in attentati, crimini contro l’umanità, uccisioni di americani e occidentali. L’attacco a suon di missili Katyusha verso lavoratori civili e militari americani avvenuto a Dicembre scorso è forse l’ultima della lista che si era legato al dito.
Ora ci ritroviamo con il Mondo diviso tra chi considera lil missile con target Soleimani un atto giustificato e chi lo ritiene un atto di guerra da irresponsabili, anche per le conseguenze che potrà avere. Una cosa che mi sembra di aver capito è che molta gente non sa come definire l’operazione USA. Cioè, andare con aerei armati in un Paese straniero e sganciare missili, come lo si cataloga. Rimane soggettivo?
Il fatto è che dal punto di vista mediorientale è un’azione provocatoria che non potrà che portare complicate conseguenze. Politiche ed economiche.
Se la dipendenza si trasformerà in astinenza
In realtà è conflitto aperto da quel 11 Settembre delle Torri Gemelle, quando l’America ferita nel profondo dichiarò apertamente che da quel momento era… Guerra. E da quel momento, tutto e tutti ne fanno parte. Che Trump lo ammetta o meno, il missile con target Soleimani è stato un atto di guerra.
Per quanto riguarda semplicemente la nostra storia di viaggiatori, la nostra mobilità, prepariamoci quindi a dover accettare certe situazioni imposte dal mercato. Carburanti che diverranno più cari e l’elettrificazione delle auto (e moto) che conquisterà sempre più proseliti. Perché dal petrolio la dipendenza potrebbe trasformarsi in dolorosa astinenza. E i veicoli elettrificati tanto sospinti da lassù, dai preveggenti delle politiche occidentali, rimarrebbe la sola forzata risorsa.
MotorAge.it – Fabrizio Romano
In caso di “astinenza da greggio” è probabile che ci adatteremo anche in vari altri modi.
Gli italiani scopriranno subito quanto consuma poco un autobus riempito di persone.