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Monopattini: l’invasione dalla Cina

Nel 2019 sono stati 625mila i monopattini importati dalla Cina all’Europa, nonostante i dazi introdotti dall’Ue. In Italia si pensa intanto al dietrofront sulla sperimentazione dei monopattini elettrici nelle città.

Sempre più monopattini cinesi, nonostante i dazi introdotti dall’Unione europea nel 2019.

Questa la conclusione dei dati forniti da European Bicycle Manufacturers (EBMA), nell’ultimo anno sono stati importati da Pechino nei diversi mercati europei 625 mila monopattini.

Rispetto all’anno precedente, si è assistito a un’impennata pari al 37%.

Il dato è emblematico se si pensa che, nello stesso lasso di tempo, l’importazione in Europa di e-bike cinesi si sono attestate sulle 195 mila unità.

Tutto questo nonostante i dazi introdotti da Bruxelles nel gennaio 2019, da un minimo del 18,8 a un massimo del 79,3%.

Nuove norme che creano confusione

Il tema si inserisce all’interno della grande diffusione della micromobilità con cui fanno i conti le città europee.

Per inciso, come disposto da un emendamento della legge di bilancio 2020, i monopattini sono equiparati alle biciclette.

Queste ultime, va da sé, per poter essere commercializzate all’interno del mercato europeo, devono soddisfare i requisiti di sicurezza previsti da alcune norme tecniche comunitarie.

In particolare la UNI ISO 4210 su progettazione e assemblaggio dei veicoli e la UNI EN 15194 che riguarda le biciclette a pedalata assistita.

Lo stesso non si può dire per i dispositivi di micromobilità rispetto ai quali non si è ancora arrivato a uno standard di regole a livello comunitario.

Per inciso, l’allora ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, nel giugno 2019 aveva dato via libera ai Comuni per avviare i test dei monopattini elettrici nelle grandi città.

La circolazione era consentita solo in città, nelle ciclabili o anche su strada ma con limite a 30 km/h.

Poi l’emendamento al decreto Milleproroghe collegato alla Legge di bilancio che ha posto sullo stesso piano monopattini e biciclette. Soppiantando così l’avvio della sperimentazione già avviata da città quali Milano e Torino.

Ora si pensa al dietrofront

Preoccupa però la provenienza perché attraverso i canali online è difficile controllare se i monopattini in commercio rispettino gli standard di sicurezza.

Tant’è che, stando a quanto si apprende, ci sarebbe l’intenzione da parte del ministero di riprendere quanto previsto dal decreto Milleproroghe.

Un’intenzione condivisa da Paolo Magri, presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori).

«Auspichiamo – ha dichiarato – una riformulazione della misura che consenta di riprendere l’attività sperimentale promossa nella scorsa primavera dal ministero dei Trasporti. Solo in questo modo sarà possibile arrivare ad un corretto inquadramento di questi veicoli che rappresentano senza dubbio un’importante contributo alla mobilità sostenibile all’interno del codice della strada».

Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

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