Coronavirus: eventi sportivi tutti a rischio
La psicosi del coronavirus ha prodotto i primi effetti sul motorsport. La Fia ha annullato la gara di Shangai del 19 aprile, quarta tappa del Mondiale di F1. Lo stesso ha fatto la Formula E cancellando l’appuntamento nella provincia di Sanya. E si guarda con timore anche alle Olimpiadi di Tokyo a luglio.
Una notizia che era nell’aria, ora è diventata ufficiale e rischia di sconvolgere l’intero panorama delle corse e non solo. La Fia ha deciso di rinviare il GP di Cina, quarta tappa del Mondiale di Formula 1, che si sarebbe dovuta svolgere il 19 aprile sul circuito di Shangai. Lo slittamento a data da destinarsi, a causa dell’epidemia del virus di provenienza cinese, noto come “coronavirus”, che al momento in cui scriviamo ha causato 1350 morti.
Il bilancio, ogni ora che passa, è destinato purtroppo ad aumentare. Da qui l’allerta dei vertici di Liberty Media, che organizza il torneo, accogliendo una richiesta presentata dalle autorità cinesi. Una decisione dunque che non arriva come un fulmine a ciel sereno.
Per inciso, la psicosi dell’epidemia aveva già convinto i colleghi della Formula E a posticipare l’E-Prix di Sanya, nell’isola di Hainan, prevista per il 21 marzo.
Una curiosità. Il cinese Ma Qing Hua, pilota della NIO, è stato messo in quarantena a scopo precauzionale per 14 giorni dal suo team ed è giunto nei giorni scorsi a Città del Messico, dove il 15 febbraio si correrà la quarta gara del Mondiale elettrico. Anche a questo portano le conseguenze della diffusione del coronavirus.
La salute prima di tutto
Non bastavano i danni che il virus ha già creato nella produzione automobilistica nel Paese. Ora si rischia la paralisi anche il mondo del motorsport. La decisione di rinviare il GP di Cina è stata resa nota con una dettagliata ufficiale sul sito della Federazione internazionale dell’automobile.
«In vista della continua diffusione del nuovo coronavirus – si legge – e dopo consultazioni con la Federazione automobilistica cinese e l’assessorato allo sport di Shanghai, il promotore del Gran premio, Juss Sports Group, ha chiesto ufficialmente alla Federazione il rinvio della gara e la federazione, insieme alla Formula 1, hanno deciso congiuntamente di accogliere la richiesta e di rinviare il GP previsto per il 19 aprile. Tale decisione – prosegue la nota – è stata adottata per garantire la salute e la sicurezza di tutte le persone coinvolte nell’evento e dei tifosi. Fia, Formula 1, Camf (Repubblica popolare cinese, ndr), autorità locali, promotori e team continueranno a lavorare per individuare potenziali altre date per il Gran premio nel corso dell’anno, qualora la situazione dovesse migliorare. La situazione globale relativa al virus continuerà a essere monitorata dalla Federazione per quanto riguarda altri eventi sportivi».
Al momento la soluzione più probabile è quella dell’annullamento della gara, anche per la difficoltà a trovare un’altra data utile in un calendario mai come quest’anno fitto di impegni (22 appuntamenti in programma).
Sul tavolo, tolta la pausa di tre settimane ad agosto (solitamente “blindata”), rimarrebbe soltanto l’ipotesi di correre i weekend del 4 ottobre e del 22 novembre. Difficile che questo accada: in entrambi i casi si avrebbero tre gare consecutive. I team sembrerebbero al momento propendere verso la cancellazione della corsa.
Olimpiadi a rischio? Per ora no, ma…
Sono altri però gli eventi sportivi già cancellati o a rischio, a causa dell’allarme del coronavirus. Si teme infatti anche per il GP del Vietnam che quest’anno debutta ufficialmente nel Mondiale di F1.
La gara al momento è confermata per il 5 aprile ma non è escluso che, se l’allerta non dovesse cessare, ci possano essere cambiamenti di programma. Del resto, come ha spiegato il presidente della Formula 1, Chase Carey, «la salute e la sicurezza delle persone viene prima di tutto».
L’attenzione è però tutta focalizzata in estate sulle Olimpiadi di Tokyo, dal 24 luglio al 9 agosto. Al momento sono solo rumors, non confermati, le voci che vorrebbero uno spostamento dei Giochi nella capitale nipponica, pronta ad accogliere circa 600mila visitatori e oltre 11mila atleti da tutto il mondo.
Un indotto incalcolabile per questo evento di massa che si accompagna però anche a un rischio di diffusione del virus. Secondo i dati dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), in Giappone ci sono già 28 persone infette, di cui 24 hanno viaggiato in Cina. Il Paese è anche il quarto al mondo per numero di contagi.
Il Cio (Comitato olimpico internazionale) ha rassicurato che «i preparativi continuano come previsto» e piena fiducia nell’operato dell’Oms affinché prendano «tutte le misure necessarie».
Staremo a vedere come andrà a finire. L’ipotesi di uno spostamento delle Olimpiadi, o addirittura di una cancellazione, non è sul tavolo né si ha l’interesse ad arrivare a questo punto (pensiamo soltanto al danno economico e di immagine). Ma se i casi dovessero ancora aumentare, non è detto che si prenda in considerazione l’ipotesi più drastica. E anche la più dolorosa.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro