Cina: riparte il mondo dell’auto
Non solo il riavvio graduale della produzione, ma anche consistenti incentivi e sussidi per due anni. In Cina le stime sono ottimistiche.
Un esempio da seguire
A causa del coronavirus, nel primo bimestre del 2020 il mercato dell’auto cinese ha subìto un crollo delle vendite pari ala 42% su base annua. E chiaro che la Cina ce la metterà tutta per stabilizzare le vendite delle auto nuove, la cui produzione pian piano sta ripartendo. Ma anche rafforzare il mercato delle vetture usate e allentare alcune restrizioni all’acquisto in varie città.
Tutto questo è stato reso ufficializzato recentemente dal Vicedirettore del Dipartimento per le operazioni di mercato e la promozione dei consumi del Ministero del Commercio di Pechino, Wang Bin. L’anno scorso, ha precisato il funzionario cinese, il mercato dell’auto rappresentava il 9,6% del totale delle vendite al dettaglio del Paese.
Quanto alle entrate fiscali e all’occupazione nel settore automotive e nel relativo indotto, queste erano pari a un decimo del totale in Cina. Indotto che, per quanto possibile, ha continuato a lavorare producendo ad esempio filtri dell’aria per l’auto “anti Coronavirus” in risposta all’emergenza infettiva.
Ben prima del Coronavirus le vendite del settore auto in Cina erano già in calo (tendenza che avviene da due anni). E si spera che anche in Italia e nel resto dell’Europa si tenga la Cina come esempio per realizzare degli incentivi all’acquisto dell’auto. Magari ribassando le imposte e predisponendo un piano di rottamazione.
Potenziati i sussidi fiscali
Sempre per sostenere il mercato cinese, il Governo di Pechino ha recentemente annunciato una serie di ulteriori misure atte a rilanciare la domanda. Il Governo cinese, ha deciso di prorogare di ulteriori due anni i sussidi e gli incentivi fiscali all’acquisto dei veicoli a energie alternative, che sarebbero dovuti scadere alla fine di quest’anno. Infatti, a partire dal primo maggio e fino alla fine del 2023, l’imposta sul valore aggiunto sulle vendite di vetture usate sarà ridotta allo 0,5% dei volumi di vendita degli operatori del settore.
Insomma, la Cina, automobilisticamente parlando e non solo, vuole ripartire alla grande. Il tutto con ampi benefici anche dei costruttori europei che hanno diverse realtà di produzione in loco. Nemmeno il dannatissimo coronavirus fermerà la globalizzazione nell’accezione più autentica e positiva del termine.
Gian Marco Barzan