Accordo avviato tra FCA e sindacati per il ritorno all’operatività industriale in sicurezza. Le misure anti Covid 19 con l’assenso del virologo Burioni.
Argomenti tra i più seguiti in questo periodo sofferente per l’emergenza Covid 19 sono certamente la ripartenza di una accorta mobilità e le risposte di riorganizzazione dell’industria italiana. Quella dell’automotive ha anch’essa le sue sofferenze e problematiche, con la produzione quasi azzerata e le vendite con nuove immatricolazioni a -85%.
La vera grande sfida per i produttori è quella di rimodellare e riorganizzare i vari aspetti della produzione, del lavoro, delle relazioni, adattandole in risposta al coronavirus.
FCA (Fiat Chrysler Automobiles) si è prodigata per raggiungere una prima bozza di accordo sindacale, ma anche per ottenerne una validazione. In questo è entrato in gioco il virologo Roberto Burioni. Ciò che serviva a FCA, insomma, per la ripartenza delle attività produttive con un “garante” delle garanzie di sicurezza da applicare nella salvaguardia di tutti i lavoratori.
L’accordo di massima ha coinvolto FIM-CISL, UILM-UIL, FISMIC, UGLM, AQCFR e CGIL (FIOM inclusa).
Linee guida da applicare: al riparo dal rischio contagio
Il colosso dell’auto italo-americano si è quindi seduto al tavolo con i sindacati metalmeccanici e hanno raggiunto u’intesa “sulle linee guida da adottare contro il rischio contagio da Covid-19”.
Il fulcro è appunto il piano organizzativo di quel pacchetto di misure da mettere assieme, e anche piuttosto in fretta, negli stabilimenti di produzione. Ci sono sistemi organizzativi presistenti, già in essere prima del lockdown deciso dal Governo, a cui si devono aggiungere altre forme di tutela del tutto nuove. Il programma ha comunque ricevuto il parere favorevole del virologo Roberto Burioni, il che è importante per la velocità del “riavvio” del sistema operativo.
Distanziare, pulire, sanificare: le contro-misure. Senza temporizzare
Modificare le distanze tra le persone in un ambiente lavorativo non è semplice generalmente, ma in certi casi non sono neppure necessari cambiamenti. Nella lunga e sempre più tecnologica catena di montaggio dei veicoli, per esempio, lo spazio tra individui non fa difetto neppure per i parametri del Covid 19. Semmai è il tempo a disposizione ciò che gli operai specializzati vorrebbero estendere. Perché i tempi di lavorazione tra un punto di montaggio e l’altro sono calibratissimi. Tot secondi, oltre i quali intervengono misure di avviso e poi i responsabili di reparto. E questo vale per tutti i brand, a seconda poi delle automatizzazioni.
Detto ciò, il piano di FCA e sindacati vuole evitare assembramenti anche nelle mense, oltre che in entrata e uscita dalle fabbriche. Prevista ovviamente la misurazione della temperatura, la fornitura di mascherine, tutela appropriata per i soggetti più vulnerabili. Si è parlato anche di sanificazione degli ambienti, da ripetere con determinata costanza. Decisamente saggio è l’impegno di realizzare con le istituzioni locali dei piani di trasporti collettivi consoni, organizzati in modo intelligente o almeno più sicuri dello standard.
Pronti al via
Dopo lo stop Fiat e le chiusure degli stabilimenti disposti da FCA, l’obiettivo è diventato farsi trovare pronti al momento del “semaforo verde” per il ritorno all’operatività. Da parte del Governo o, in qualche caso forse dalle istituzioni regionali. Di certo, come sottolineato anche da altri organi della stampa, è positivo che FCA stia lavorando assieme ai sindacati, quanto che i programmi di lavoro sicuro abbiano già avuto in Burioni un assenso di garanzia.
MotorAge.it | Fabrizio Romano