L’emergenza del Covid-19, unita all’entrata in vigore dell’Euro 5, potrebbe rendere invendibili decine di migliaia tra moto e scooter Euro 4.
Ovvio che il decreto Conte dello scorso 11 marzo abbia sospeso l’attività commerciale anche per i rivenditori di scooter e motocicli, con l’eccezione dei servizi di manutenzione e riparazione. Ma il problema che lamenta l’ANCMA, l’Associazione Ciclo, Motociclo e Accessori, non è proprio questo. E neppure l’effetto che la disposizione abbia portato al blocco delle vendite per un periodo di tempo ancora indeterminato.
Ciò che viene fatto notare è che il danno per il settore venga aggravato dall’infelice concomitanza con la transizione tra le motorizzazioni Euro 4 ed Euro 5, disciplinata dal Regolamento europeo 168/2013. Infatti, a partire dal 1° gennaio 2021 non sarà più possibile immatricolare ciclomotori e motocicli omologati Euro 4. Questo anche se bisogna precisare che rappresentino eccezione i modelli inseriti nelle deroghe di fine serie previste dalle direttive comunitarie per aiutare i costruttori a smaltire gli stock.
A parte queste eccezioni, la chiusura dei venditori impedirà la vendita di tutti i veicoli due ruote omologati Euro 4, il che andrà a pesare ulteriormente sulle giacenze dei fermi in magazzino. In sostanza ANCMA mette in evidenza il rischio che alla fine dell’anno costruttori e dealers andranno a ritrovarsi con il peso di veicoli che, legalmente, non potranno più essere commercializzati.
Una situazione che ha portato l’associazione a richiedere al Governo di pensare a un rinvio di almeno sei mesi della scadenza prevista per le immatricolazioni Euro 4. Una richiesta che vorrebbe essere estesa anche alle competenti sedi europee.
MotorAge.it | Redazione