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GM contro FCA: accuse respinte. Ma si continua

La Giustizia USA ha respinto la causa intentata da GM contro FCA. Non sussisterebbero le basi di corruzione dei vertici dei sindacati dei lavoratori. Il giudice scagiona dunque Fiat Chrysler, ma General Motors non demorde e ha già ufficializzato il ricorso.
Rigettata la causa di GM contro FCA; giustizia USA assolve Fiat Chrysler da accusa di corruzione dei sindacati ma General Motors pronta al ricorso | Fabrizio Romano

Era la fine del 2019 quando la General Motors capeggiata da Mary Barra aveva avviato un’azione legale nei confronti del gruppo Fiat Chrysler Automobiles. Le accuse erano di aver pagato tangenti ai funzionari sindacali del comparto automotive (UAW) al fine di trarre vantaggi dai rinnovi dei contratti lavorativi. Dopo otto mesi arriva la sentenza del giudice Borman, che sancisce un sonora sconfitta per la GM, rigettando tutte le istanze di quest’ultima e ponendo un “quasi” fine ad un caso alquanto insolito.

TANGENTI AI VERTICI UAW

Le accuse di corruzione avanzate dalla General Motors nei confronti di FCA non sarebbero fondate secondo il giudice distrettuale americano Paul Borman. In rappresentanza del corte federale di Detroit, quest’ultimo ha sostenuto che i presunti danni segnalati da GM non sono stati causati da violazioni dirette da parte di FCA alle leggi federali.

Le vittime, sottolinea sempre Borman, sono al più i lavoratori (iscritti al United Auto Workers), i quali possono lamentare di percepire un salario più basso rispetto alle promesse contrattuali.
In sostanza la decisione va a definire quello subito da General Motors “un danno competititvo indiretto”.

RICORSO IN SALITA

E’ ovvio che la sentenza non sia stata presa bene dal grande brand dell’automotive a Detroit. In conseguenza di ciò, infatti, non è tardata ad arrivare attraverso il capo gruppo della Barra la ferma intenzione di GM di preparare subito il ricorso per proseguire il contenzioso.

Decisione già programmata nell’eventualità del rigetto. Avviso formale accompagnato dalla dichiarazione che i vertici GM sottolineano un totale disaccordo con la sentenza. Anzi, i legali GM ribadiscono che ci siano sufficienti prove in grado di dimostrare che le tangenti multimilionarie, arrivate sottoforma di donazioni ai centri formazione uaw, abbiano danneggiato la casa automobilistica di Detroit.

Si preannuncia quindi la prosecuzione della lotta legale. Con un ricorso che fa seguito anche al rifiuto da parte di GM di considerare un invito del giudice a trovare un accordo extragiudiziale. GM contro FCA continua… Mentre Fiat Chrysler si prepara al matrimonio con PSA.

6 miliardi che ballano

Tuttavia nella giustizia americana supportare un ricorso dopo una sentenza (consideriamola di primo grado) con rigetto dell’azione giudiziaria, non è semplicissimo. La parte querelante appare a questo punto aver subito solo un pregiudizio indiretto e non viene considerata vittima, come ha invece sempre sostenuto.

Secondo alcune indiscrezioni degli analisti americani il risarcimento richiesto da GM a FCA ammonterebbe a 6 miliardi di dollari, ma ad oggi rimarrà solo una richiesta di risarcimento tra le tante vista la causa senza merito puntata dalle parti di Auburn Hills.

MotorAge.it | Cosimo Anecchino | Redazione

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