Test drive: Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio MY 2020. E’ sempre un gran bel guidare
Aggiornata anche la Giulia Quadrifogliche che ora impiega nuovi sistemi ADAS, inediti colori ispirati alla storia del Marchio (tra cui il Verde Montreal della protagonista del servizio) e finiture migliorate.
Quella spinta che pare inesauribile
Motore V6 2.9 bi-turbo con angolo tra le bancate di 90°, 510 CV, 0-100 km/h in 3”9/10 e velocità massima di 307 km/h. Ecco alcune peculiarità dell’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, al debutto nell’edizione Model Year 2020.
Sono i medesimi dati della versione originaria presentata ad Arese nel 24 giugno del 2015, ma impressionano ancora oggi. Inoltre collocano la berlina sportiva del Biscione al vertice delle performance nella propria categoria. Inoltre, come d’abitudine spiccano la trazione posteriore con albero di trasmissione in fibra di carbonio, raffinate sospensioni a quadrilateri deformabili anteriormente e Alfa Link® posteriormente, ammortizzatori a controllo elettronico e la distribuzione dei pesi di 50:50 sui due assali.
Ancora una volta al volante della Giulia Quadrifoglio si rimane favorevolmente stupiti dalla spinta che pare inesauribile del V6 Alfa con doppia sovralimentazione. Complice la pressoché totale assenza di ritardi delle turbine e una propensione della lancetta del contagiri ad “arrampicarsi” in un attimo verso la zona del fuorigiri.
Passaggi di marcia in 150 millisecondi.
Un motore con tanta “schiena” ad ogni regime, quindi, che ci pare perfino più brillante del solito. Infatti, anche se i tecnici Alfa Romeo non dichiarano nulla, ma lo scarico sportivo opzionale Akrapovic (presente sull’esemplare provato) potrebbe aumentare il rendimento del propulsore.
Certamente il sound della Giulia Quadrifoglio, già corposo con l’impianto di serie, diventa qualcosa di cattivo e armonioso al tempo stesso selezionando l’Alfa DNA in Race. Il motore è molto bene assecondato dal cambio automatico ZF a 8 rapporti con convertitore di coppia. Cambio gestibile manualmente tramite la leva centrale e i paddle fissi al piantone. A titolo di cronaca, con il setup Race inserito i passaggi di marcia avvengono in appena 150 millisecondi.
Sterzo con maggiore carico
Uno dei pregi della Giulia Quadrifoglio è sempre stato lo sterzo, il più diretto della categoria. Tuttavia, come avevamo avuto modo di sperimentare in più occasioni, anche con il DNA nelle posizioni Dynamic e Race il carico rimaneva un po’troppo leggero. Problema, se così si può definire, risolto, poiché ora il comando di guida ha la giusta pesantezza che ci vuole alle altissime velocità.
Il resto è la Giulia Quadrifoglio di sempre, con inserimenti in curva millimetrici, una splendida neutralità al centro e la possibilità di provocare coreografici sovrasterzi di potenza con l’Alfa DNA in Race. Opzione, quest’ultima, da inserirsi solamente nell’ambito dei circuiti.
Infine, a costo di essere monotoni e irriducibili nostalgici, personalmente ci manca quel fantastico cambio manuale a 6 rapporti di serie sulle primissime Giulia Quadrifoglio. Sicuramente quegli esemplari con “il terzo pedale” e la classica leva ad h saranno contesi dai collezionisti.
Gian Marco Barzan