Un propulsore 2 litri turbocompresso 4 cilindri abbinato a un sistema mild hybrid da 48 volt, performance elevate associate a bassi consumi e il comportamento su strada eccezionale di sempre caratterizzano la versione d’attacco della Maserati Ghibli.
Curve appassionanti
Ogni volta che si guida una Maserati Ghibli nel bel mezzo delle curve, si rimane favorevolmente stupiti dalla maneggevolezza non riscontrabile in nessuna delle sue concorrenti. Come se i progettisti del Tridente abbiano “annullato con un colpo di bacchetta magica” i cinque metri di lunghezza, nonché il peso superiore ai 1.800 kg che ovviamente rimangono ma non sono percepibili dal pilota.
Infatti, entri in curva “alla velocità del pensiero”, punti alla corda e lei, questa bellissima berlina Maserati, ti segue fedelmente. Sia disegnando traiettorie precise, scevre dal sottosterzo, che mettendo in luce tutte le qualità di una trazione posteriore come si deve. Senza dimenticare le doti delle raffinate sospensioni a quadrilateri deformabili anteriormente e multilink 5 bracci posteriormente.
Nel caso della Maserati Ghibli Hybrid, la riduzione del peso dovuta al motore 4 cilindri a benzina rende l’avantreno ancor più preciso, ferma restando la tenuta di strada elevatissima di sempre.
Sinergie di alto livello
Nel realizzare la Maserati Ghibli Hybrid, i tecnici del Tridente hanno attinto al nutrito “serbatoio tecnologico” dell’Alfa Romeo. Rispettando sinergie di alto livello tra i due marchi, usuali ormai da una quindicina d’anni. Infatti, la scelta è caduta sul 4 cilindri Turbo benzina di 2 litri che equipaggia le Alfa Giulia e Stelvio, adeguatamente rielaborato dai progettisti dell’Innovation Maserati Lab.
In pratica del motore originario sono rimaste solo l’alesaggio e la corsa e pochi altri aspetti, fermi restando dei must come il sistema MultiAir e i due alberi controrotanti di equilibratura. Nuovo anche il turbocompressore, maggiorato rispetto alla unità originaria.
Il tutto perfettamente coadiuvato da un sistema mild hybrid a 48 volt che reca in sé un motogeneratore azionato da una specifica cinghia. Inoltre, nella Maserati Ghibli, questa tecnologia serve anche ad alimentare un compressore elettrico che di fatto annulla i ritardi di sovralimentazione.
Il canto delle emozioni
Di primo acchito sembrerebbe impossibile ma è una splendida realtà. Infatti, gli ingegneri del Tridente sono riusciti a infondere al motore 4 cilindri un sound squisitamente Maserati che ricorda i V6 della Casa di Modena. Merito di un accurato lavoro sul sistema di scarico (un po’ com’è avvenuto per la Ghibli Diesel che peraltro rimane in produzione) a quattro uscite.
Insomma, da appassionati di auto sportive ci siamo ritrovati più volte ad abbassare i finestrini per ascoltare meglio questo sound degno della “Motor Valley” italiana. Quanto al comportamento della Maserati Ghibli hybrid, il 4 cilindri in linea turbo spinge che è un piacere fin dai bassi regimi, coadiuvato alla perfezione dal sistema ibrido e relativo compressore elettrico. In altre parole, la progressione è forte e costante e la spinta acquisisce ancor più corposità superati i 4.000 giri/min.. Rimanendo uguale fino al taglio inesorabile del limitatore.
Controsterzi e riallineamenti
Il resto lo conosciamo, sterzo diretto e preciso (la cui servoassistenza elettrica, però, fa leggermente rimpiangere il precedente fantastico sistema ad asservimento idraulico). Cambio automatico puntuale e veloce, dai freni instancabili a quell’assetto che rimane ancora oggi il “best in class” sotto il profilo della tenuta di strada.
Un dato oggettivo su tutti, l’accelerazione laterale in assetto stabilizzato ampiamente superiore a 1g. Situazione sperimentabile in pista a elettronica di controllo disinserita, perché la Maserati Ghibli la puoi sfruttare al 100% in prima persona a suon di controsterzi e riallineamenti. Apprezzando inoltre la trazione posteriore e il differenziale autobloccante rigorosamente meccanico. A patto di saperci fare, sennò meglio lasciare inserito l’ESC anche in circuito che, per la cronaca, rimane abbastanza permissivo intervenendo solo quando necessario.
Gian Marco Barzan | La redazione