Perseverance è arrivato su Marte. E adesso?
Quasi tre miliardi di dollari per portare Perseverance su Marte. Ma era davvero necessario?
Lo scorso 18 febbraio 2021, tra stupore e ammirazione, alcuni si sono ritrovati a vivere le stesse emozioni provate anni orsono quando l’uomo sbarcò sulla Luna. Per altri lo sbarco di Perseverance su Marte è qualcosa di nuovo che però, in fondo in fondo, non desta poi molto stupore. I più giovani sono abituati all’eccezionale e questo, non è poi “niente di straordinario”.
Nella fascia di mezzo ci sono tutti coloro che si chiedono cosa cambia, ora che l’ennesimo robottino è atterrato sul suolo marziano.
La realtà dietro l’arrivo di Perseverance su Marte
Appurato che la ricerca di vita che tanto interessa gli scienziati non è rivolta agli omini verdi ma a forme microbiche, che l’aria satura di anidride carbonica non rende possibile la vita umana (almeno per ora), c’era davvero la necessità di spendere 2,2 miliardi di dollari, più altri 85 milioni per Perseverance, l’elicotterino Ingenuity, quando abbiamo già un posto in cui vivere?
Il video, realizzato da Fridays For Future sembra dare voce a questi pensieri. Prende avvio con una domanda “E se scappassimo dalla Terra e andassimo su Marte?” e dopo poco più di un minuto di narrazione, in cui mostra un nuovo paradiso senza guerre, pandemie né inquinamento, ci mette di fronte alla realtà: Marte è “riservata” all’1% di milionari e miliardari, il rimanente 99% della popolazione farebbe meglio a salvare il pianeta su cui vive.
La soluzione non è “scappare”
Senza nulla togliere alla scienza, a Perseverance e all’esplorazione spaziale, sembra però un’assurdità vedere la situazione in cui ci troviamo e pensare che la soluzione sia semplicemente scappare. È un po’ come cambiare casa quando è sporca anziché armarsi di un po’ di pazienza e dare una ripulita.
La terra è la nostra casa, ma l’avvento dell’antropocene, ossia l’era dell’uomo, ne ha messo in bilico gli equilibri. Deforestazioni, carestie, crisi climatiche e inquinamento sono solo la conseguenza delle nostre azioni. Se l’uomo non cambia, cosa potrebbe farci pensare che in qualche migliaio di anni anche Marte non sarà ridotta come la terra oggi?
Betarice Piselli | Motorage.it