Alla fine non sarà non un optional. Secondo la Von der Leyen “Il Passaporto vaccinale faciliterà la vita degli europei per muoversi in sicurezza nell’Ue o all’estero, per lavoro o turismo”.
Nel rispetto della privacy
Per spostarsi tra gli stati e favorire la ripartenza del turismo si sta vagliando la possibilità di introdurre il passaporto vaccinale. Una volta presentato ai leader, al vertice del 25 marzo, saranno fatti i passi per organizzare la mobilità vera e propria.
Nel corso Consiglio europeo di giovedì e venerdì scorsi, la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, si è espressa positivamente in merito al passaporto vaccinale. “Questo mese presenteremo una proposta legislativa per il pass verde digitale. L’obiettivo è certificare che le persone sono state vaccinate, i risultati dei test di quanti non si sono potuti immunizzare”. Ha concluso affermando che tutto sarà fatto nel massimo rispetto della protezione dei dati, la sicurezza e la privacy.
Il passaporto vaccinale avrà inoltre il valore di uno strumento legale sulla base dei Trattati per il libero movimento.
In vigore entro l’estate
Le prime dosi di vaccino sono state somministrate a una buona percentuale delle categorie più a rischio come gli operatori sanitari e gli over 80 e già si parla di passaporto vaccinale. Difficile dire se sarà davvero la “soluzione” per permettere alle persone di ricominciare a viaggiare tra gli stati in sicurezza, rilanciando il settore del turismo, fortemente colpito dalla pandemia.
Del resto siamo ai primi di marzo e le persone che hanno ottenuto il tanto decantato vaccino sono davvero poche se rapportate alla popolazione italiana.
La commissaria europea si dice certa che “le consegne dei vaccini aumenteranno nei prossimi mesi, in linea con i nostri accordi. Dobbiamo continuare a vaccinare il più rapidamente possibile, specialmente di fronte alle nuove varianti”.
La proposta legislativa per il passaporto vaccinale sarà presentata questo mese in Commissione Europea, dove molti degli stati membri stanno facendo pressione affinché questo nuovo documento venga introdotto. L’obiettivo è che il pass sia in vigore tra tre mesi, o in estate.
Tra gli stati favorevoli ci sono Grecia, Italia, Spagna e Portogallo ma anche Danimarca, Repubblica Ceca, Ungheria, Cipro, Estonia, Islanda, Slovacchia, Polonia e Svezia.
Utile o semplicemente poco etico?
Certo, il desiderio di ricominciare a viaggiare e programmare le vacanze con più serenità è molto vivo in ciascuno di noi ma, come fa notare il ministro dei trasporti francese Jean-Baptiste Djebbari, l’idea del passaporto vaccinale è alquanto prematura.
Oltre al fatto che ancora poche dosi di vaccino sono state somministrate, al momento non è stata appurata la capacità protettiva dei vaccini nel tempo né se effettivamente le persone vaccinate non possano più trasmettere il virus.
Supponendo però che tutto funzioni alla perfezione, subordinare il viaggio alla vaccinazione è una questione che eticamente non sta in piedi. Secondo le prime proposte, alternative alla vaccinazione sono la quarantena fatta prima della partenza oppure un test rapido una volta arrivati in loco.
Si tratta comunque, almeno per ora, di progetti ed è difficile dire come evolverà la situazione nei prossimi mesi. Anche se l’obiettivo europeo è che il pass sia in vigore massimo fra tra tre mesi, o comunque in estate.
Pur cercando di rimanere ottimisti, difficilmente la prossima estate riusciremo a muoverci con la libertà di un tempo e il continuo passaggio tra zona rossa, gialla e arancione ne è una prova.
Beatrice Piselli | Motorage.it