Alfa Romeo: il Tonale potrebbe tardare per arrivare ancora più potente
L’esordio del compatto SUV del Biscione slitterebbe di tre mesi perché il CEO dell’Alfa Imparato vorrebbe per il Tonale un powertrain ibrido più potente.
In linea con la tradizione
Che il CEO dell’Alfa Romeo Jean-Philippe Imparato sia un Alfista convinto e profondamente innamorato del Marchio che dirige, lo si era capito fin dall’inizio. A soli tre giorni dall’insediamento al vertice assoluto del brand milanese, infatti, il manager francese ha visitato il Museo Storico Alfa Romeo di Arese ed è rimasto entusiasta delle gloriose vetture esposte, tanto da fotografarle nei minimi particolari.
Nei giorni successivi Imparato ha proseguito il suo viaggio nel mondo Alfa Romeo, visitando gli stabilimenti di Cassino (dove sono prodotte Giulia e Stelvio) e di Pomigliano d’Arco (dov’è in allestimento la linea del Tonale), senza dimenticare la sessione di giri al limite sul circuito di Balocco al volante nientemeno che della nuova Giulia GTAm.
Il debutto slitta di tre mesi
In tutte queste occasioni Imparato ha mostrato ampiamente la sua passione e profonda conoscenza per l’Alfa Romeo, tanto è vero che non stupisce affatto la notizia data da Automotive News che vedrebbe, il condizionale è d’obbligo, slittare di tre mesi il debutto del Tonale.
La ragione di questo ritardo sarebbe da ricondurre alla volontà del CEO francese di ottenere più potenza dal powertrain ibrido. In altre parole, non ci si deve “accontentare” dei circa 240 CV complessivi generati dal 1.3 turbo a benzina e dall’unità elettrica, gli stessi delle Jeep ibride di cui il Tonale riprende la motorizzazione (e la piattaforma della Compass), ma occorre fare di più.
Spessissimo, infatti, i motori Alfa Romeo hanno avuto una potenza nettamente superiore a quella dei concorrenti diretti, basti pensare ai 510 CV del V6 da 90° bi-turbo che equipaggia la Giulia Quadrifoglio (e lo Stelvio) confrontati con i 420 CV del 6 cilindri in linea TwinTurbo della “vecchia” BMW M3 in listino fino a pochi mesi fa; una strada che evidentemente Jean-Philippe Imparato vuol continuare giustamente a percorrere con la Tonale rispettando la migliore tradizione Alfa.
Una bella rivincita
Giulia e Stelvio a parte, non sempre negli ultimi anni le Alfa Romeo hanno beneficiato dei motori più potenti anche nell’ambito del proprio gruppo di appartenenza. Infatti, la Giulietta adottava un 1.4 Turbo Benzina da 120 CV condiviso con una miriade di altri modelli FCA. La differenza era solo un l’impianto di scarico realizzato ad hoc.
Spesso e volentieri abbiamo visto Abarth decisamente più potenti delle Alfa. Così come per un certo periodo è comparsa una Mito 1.4 a benzina aspirata da 70 CV che accelerava da 0 a 100 km/h in 14”, contro i 12”9/10 della Fiat 500 1.2 69 CV. Fattori che hanno fatto “storcere il naso” agli Alfisti. Salvo poi assistere finalmente a una forte inversione di tendenza con il debutto di Giulia e Stelvio e i loro motori realizzati su misura. Dal 2.0 Turbo Benzina al V6 2.9 bi-turbo che sfrutta competenze Ferrari, senza dimenticare il 2.2 Diesel turbocompresso con basamento specifico in alluminio.
Obiettivo: una cinquantina di CV in più
Proprio queste unità sono il frutto del rinato reparto di progettazione dell’Alfa Romeo, dopo la discutibile chiusura del Centro Tecnico di Arese e un periodo di “tutti fanno tutto” a livello progettuale. I progettisti saranno sicuramente in grado di ottenere una cinquantina di CV aggiuntivi dal powertrain ibrido del Tonale.
Insomma, una bella rivincita per il Marchio milanese. Infatti con Jean-Philippe Imparato ha ritrovato un CEO profondamente conoscitore e appassionato della sua storia come non se ne vedevano “dalla notte dei tempi”. E non ci stupiremmo se un giorno Imparato riporterà la direzione dell’Alfa Romeo ad Arese vicino al Museo Storico. Un ritorno alle origini per dare il giusto sprint al definitivo rilancio del brand che ormai non può più aspettare.
Gian Marco Barzan | Motorge. it