Parigi-Dakar: sì, ma in Ciao!
Da Parigi a Dakar in Ciao non è certo un viaggio all’insegna della comodità ma quello che cercavano i due motociclisti veneti quando sono partiti era l’Avventura con la A maiuscola. E l’hanno trovata.
Se siete tra coloro che pensano che per organizzare un viaggio si debba partire super attrezzati e circondati da tutti i comfort seguendo l’avventura di Mirco e Alice scoprirete che questo non sempre è vero. I due intrepidi motociclisti veneti hanno infatti deciso di ripercorrere la celebre rotta della Parigi-Dakar in Ciao, il mitico cinquantino di casa Piaggio che negli anni ha fatto sognare.
Da Parigi a Dakar in sella a un Ciao
Avvio a pedale, sospensioni rigide oltre ogni immaginazione e serbatoi contenenti solo 2 l di miscela sono solo alcune delle difficoltà oggettive del viaggiare con un veicolo d’epoca. Se a questo ci aggiungete il percorso impervio, vi renderete conto che Mirco Targon e Alice Zanni si accingono a compiere una vera e propria impresa.
Il tracciato non è proprio quello originario. Per l’ultimo tratto infatti seguiranno una strada costiera, preferendola alle insidiose dune popolate da tribù locali alquanto guerrigliere. Questo però non sminuisce certo l’impresa.
Il cinquantino è già stato a Capo Nord
Ma i due non sono certo nuovi a queste trovate. Qualche anno fa infatti, sempre in sella al mitico cinquantino di Pontedera, hanno raggiunto Capo Nord. Ora, sulle orme di nomi come Cyril Neveu, Hubert Auriol, Stephan Peterhansel e i gli italianissimi Edi Orioli, Franco Picco, Fabrizio Meoni si apprestano a raggiungere il limite del deserto del Sahara.
Partiti da Parigi il 31 Luglio, preparati (almeno mentalmente) a tutto, i due si sono diretti verso il sud della Francia, hanno costeggiato le coste spagnolele per poi attraversare lo stretto di Gibilterra nei pressi di Tangeri. Da lì, uno dopo l’altro, attraversano Marocco, Mauritania e Senegal. Hanno raggiunto Dakar dopo 4601 km e 22 giorni di viaggio il 22 Agosto 2022.
Potete seguire la loro avventura su Instagram: li trovate come Miral, parola nata dall’unione dei loro due nomi.
Beatrice Piselli