Sono ormai diversi anni che manca una legislazione specifica circa i dati prodotti dai veicoli. Ecco a che punto siamo.
Regolare l’accesso dei dati
Era il 2020 quando la Commissione Europea si era impegnata a definire una legislazione sul tema dei dati prodotti dai veicoli, ma a oggi, il termine parlamentare di maggio 2024 sembra lontano dall’essere possibile. Per questo motivo, un gruppo di dieci associazioni legate al settore dell’automotive chiedono a gran voce che venga redatta una legislazione europea che regoli l’accesso ai dati prodotti dai veicoli.
GDPR: manca una legislazione che riguardi i veicoli
I termini continuano a slittare e le associazioni coinvolte, tra cui ADPA, AIRC, CECRA, CLEPA, EGEA, ETRMA, FIA (della quale fa parte anche l’Automobile Club d’Italia), FIGIEFA, INSURANCE EUROPE e LEASEUROPE chiedono a gran voce con una lettera alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al Collegio dei Commissari che si proceda nella definizione della normativa riguardante l’accesso ai dati prodotti dai veicoli.
Tutelare i consumatori
In una società sempre più digitalizzata infatti, non sono solo gli individui a essere connessi in rete, ma anche i veicoli. Tra i dati prodotti però non ci sono solo la velocità, i chilometri percorsi, la manutenzione ed eventuali livelli dell’olio. Ci sono anche dettagli relativi al comportamento dei conducenti come lo stile di guida, ma anche dettagli personali come nome, recapiti e dati finanziari condivisi con il veicoli.
Ecco quindi l’importanza di tutelare i consumatori circa il trattamento di tutte queste informazioni sensibili, sostenuto in particolar modo dalla campagna FIA (Fédération Internationale de l’Automobile) “My Car, My Data” (ossia mia l’auto, miei i dati).
Il risultato di questo continuo slittamento dei termini è una sorta di limbo in cui si trova a vivere il settore dell’after market, incapace di comprendere in che direzione muovere le proprie attività e gli investimenti futuri.