Auto Manutenzione che Passione!
La passione per la manutenzione, anche di base, non è da tutti, ma chi ce l’ha vuole metterla in pratica, almeno quando è alla portata di capacità e attrezzature a disposizione.
È fuori discussione che il carattere e le più marcate attitudini personali siano per gli esseri viventi frutto delle già celate leggi divine.
Ma è altresì probabile che chi nasce figlio di un ingegnere motoristico o di ingegnere informatico avrà più probabilità di avere l’istinto a mettere le mani sotto al cofano o a voler fare l’hacker.
Qui vogliano parlare di interventi alla propria auto che fattibili da chi ha esperienza e attrezzi idonei, senza doversi recare per forza dal meccanico, visto che facili facili in realtà non sono.
Prendiamo a esempio il perché si possa dover sostituire il debimetro e come fare.
Il Debimetro e l’Aria calcolata
Il debimetro, noto da molti anche come flussometro, è un piccolo componente utilizzato in ogni propulsore a combustione, benzina o Diesel, provvisto di centralina elettronica.
Con il suo piccolo involucro plastico vale si e no qualche decina di euro, a seconda del marchio costruttore, ma ha il potere di far funzionare correttamente tutto il sistema di iniezione. E quando si sporca può anche lasciare a piedi l’automobilista, o comunque creare problemi.
Lo scopo del debimetro è misurare la quantità di aria che va convogliata nel sistema motore. I dati messi a disposizione della centralina elettronica permettono così la verifica della necessaria erogazione di carburante
È il famoso rapporto stechiometrico calcolato per le automobili, o le moto -. Il rapporto, o equazione, non è uguale per tutte le auto. Se di base per un motore benzina può valere un 14:1 o 14.7:1, per una vettura sportiva cambia. E sale anche nel caso di modifiche, come montare un filtro più performante o uno scarico “più cattivo”. Può diventare 15.7:1 o 16:1, e serve rimodulare la carburazione.
Debimetro in mutazione
Negli anni sono cambiate le tipologie di questo componente. Il debimetro meccanico è ormai presente in veicoli di una certa età. Più comune il debimetro elettrico. Il MAF (Mass Air Flow)è stato e forse ancora è il debimetro meccanico più diffuso, con una specie di aletta la cui apertura verifica la quantità dell’aria.
Avanzato il tipo a filo caldo che rileva l’aria a seconda del variare della corrente che passa in un resistore. Il filo, o film, lavora a una temperatura base di 120°: quando l’aria entra il filo si raffredda.
Al di là della tipologia utilizzata un debimetro dovrebbe durare a lungo. Nei fatti le alte prestazioni spesso richieste dal veicolo, la qualità del carburante o dei filtri, possono influenzare parecchio il corretto funzionamento del componente. Dalle sportive ai fuoristrada, per le alte temperature, l’aria sporcata da terra e fango ne richiedono la sostituzione, o almeno vogliono una contropartita in pulizia.
Gli avvertimenti
I cenni dal veicolo di un debimetro sporco che non valuta più a dovere l’aria in transito ci sono.
Possono derivare anche da altri fattori, ma la possibilità che sia lui la causa può avvenire se il motore ha un calo di pressione, come una crisi respiratoria. Il motore può mettersi a sussultare, manifestare dei vuoti di potenza o non rispondere più adeguatamente in fase di accelerazione, presentare battiti in testa o fumo denso (miscela grassa). Fino a spegnimenti improvvisi. E già non aiuta nemmeno i consumi.
Operazione pulizia
Per sostituire o pulire un debimetro il fai da te prevede manualità, conoscenze e gli attrezzi necessari.
Non è complicato ma nemmeno facilissimo o veloce. Con errori nel montaggio, si rischia seriamente che poi il propulsore possa non funzionare al meglio. Una diagnosi preventiva e corretta è consigliabile per evitare interventi inutili. ll corretto funzionamento del debimetro può comunque essere verificato con un tester che misura il valore del flusso dell’aria, che, a motore spento è tra 97 e 100, con medie di 900 e picchi di 1200 con il motore in azione.
Innanzitutto il debimetro va rimosso (di solito nel collettore di areazione) staccando il cavo che lo alimenta e togliendo le viti autofilettanti e i connettori con la centralina elettronica.
Immergerlo dunque in acqua e sapone neutro, lasciarlo asciugare oppure utilizzare un leggero soffio di aria compressa o con le bombolette apposite (ma anche quelle per pulire i computer, no alcol).
Le Candele amano la Coppia
Andiamo ad occuparci di un altro componente basilare per i veicoli, o meglio “componenti”. La sostituzione delle candele, apparentemente più facile da trattare, ma affatto banale.
Diamo per scontata l’attenta verifica delle candele adatte al veicolo, c’è un dettaglio da non sottovalutare, e anzi, da ritenere molto importante. Come raccomandato dalle case dell’Automotive, per smontare e montare le candele è opportuno affidarsi a una chiave dinamometrica.
Ci sono candele in rame, quelle più avanzate in iridio, candele in platino (utilizzate anche per rimpiazzare quelle originariamente a tecnologia nickel/rame) o a doppio platino.
Togli e Metti
Primo passo, individuare le candele (a volte sono un po’ nascoste, magari sotto il manicotto di aspirazione o la bobina di accensione). Scollegato il connettore di cablaggio, utilizzare la chiave dinamometrica con attacco per candela per la rimozione. Si ruota in senso antiorario. In caso di candele troppo serrate si può usare dell’olio sbloccante per allentarla. Facilmente c’è sporco all’estremità, ma se la patina è oleosa o bruciacchiata ci potrebbero essere anche altri problemi su cui indagare. Se occorre, utilizzare l’attrezzo specifico per la pulizia di filettature.
Con le candele nuove oggi non dovrebbe essere più necessario, ma sarebbe comunque utile verificare dal manuale del veicolo la corretta distanza per il gap della candela, con lo strumento specifico alla misurazione.
Non si va a sensazione per stringere la nuova candela. Occorre la chiave dinamometrica (a molla o a barra di torsione) per applicare l’esatta coppia di serraggio, cioè la forza torcente.
Se questa è imprecisa, ciò non aiuterà la corretta accensione del motore, e nemmeno l’erogazione della potenza.
Comunque. anche se noioso, è opportuno fare riferimento alle indicazioni dei produttori di ogni accessorio, parti del veicolo e quant’altro utile alla sua manutenzione. Da ricordare anche per i fluidi, come l’olio motore.
Fabrizio Romano