Vinales fa due su due, e Rossi non lo molla.
La vittoria di Maverick Vinales davanti a Valentino Rossi nel Gran Premio di Argentina è qualcosa in più di un secondo indizio. A Termas de Rio Hondo, Vinales concede il bis dopo il successo in Qatar.
Due su due. Non sarà ancora la prova che certifica un campione ma è certo un buon riscontro per chi ha visto da tempo un sicuro talento nel pilota spagnolo (un altro…). Una serata trionfale per la Yamaha, che ha portato sul podio entrambi i suoi alfieri.
Una serata agrodolce per i colori italiani. Mentre deludono ancora le Ducati, che portano a casa un doppio “0” in classifica, il Belpaese può “consolarsi” con il secondo posto di Valentino Rossi, in questo momento il più convincente nel tenere la marcia del suo collega-rivale. “L’outsider” che da semplice mina vagante potrebbe trasformarsi in protagonista della MotoGP, perfino in uno dei papabili per il titolo.
L’entusiasmo, la spensieratezza e la fame di vittoria sono le armi in più in questo momento. Certo è che il suo “impatto” con la Yamaha è stato sorprendente. Per Rossi sarà un problema in più? Perché a quanto pare Vinales non sembra accontentarsi di un ruolo da comprimario, nonostante l’età ancora giovane e la scarsa abitudine a competere per alti traguardi.
Marquez a terra, ma rimane il pilota da battere.
La fortuna ha anche avuto un ruolo fondamentale con la caduta a terra di Marc Marquez alla quarta tornata: il campione del mondo era largamente in testa e in quel frangente nulla faceva presagire un finale simile. Invece l’asfalto e forse anche l’inconscia consapevolezza di aver già vinto gli hanno giocato un brutto scherzo: un errore madornale che un pilota del suo calibro non può permettersi di compiere.
Fuori Marquez che ha seguito ai box Jorge Lorenzo scivolato subito al via (un altro buco nell’acqua per l’ex Yamaha), per la scuderia giapponese la rimonta si è fatta più concreta dopo le deludenti qualifiche che avevano relegato Vinales al sesto e Rossi al settimo posto.
Da applausi la performance del Dottore, capace di risalire fino alla piazza d’onore, un passo in avanti rispetto al terzo posto di Losail e una medaglia di consolazione dopo le difficoltà avute nel weekend.
A imporsi è stato però Vinales che ha avuto campo libero in una gara caratterizzata dalle tante cadute: a terminare in anticipo la corsa, oltre a Marquez e Lorenzo, anche Pedrosa (che pure era risalito fino alla quarta posizione) e Andrea Dovizioso che alza bandiera bianca dopo un contatto con Aleix Espargarò.
Al vertice si sono ritagliati un posto al sole Cal Crutchlow e Valentino che al diciannovesimo giro riesce a sorpassare l’inglese e a impossessarsi del secondo posto, conservandolo fino alla fine. Dietro la solita bagarre, con Zarco che insidia il quarto posto, andato a Bautista dopo la caduta di Pedrosa. Migliore tra gli italiani Petrucci, settimo con la Prac Ducati.
Presto, troppo presto anche per una semplice ipotesi di titolo: Serve riuscire a inanellare vittorie per puntare allo scettro di Marquez. Vinales ha iniziato.
Andrea Sicuro
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